Economia: a Milano crescono imprese e addetti

Milano – Sono 293 mila le imprese attive a Milano e provincia, + 1,6% in un anno. Migliora l’occupazione nelle imprese, +2,8% rispetto all’anno precedente. Tra i settori trainano turismo (+5,8%) e servizi alle imprese (+6%). Supera i 400 miliardi il fatturato, di cui 150 nell’industria, 134 nel commercio e 101 nei servizi alle imprese. Crescono anche le aperture di nuove unità locali, + 2,3%, arrivando a 77 mila. In aumento anche le sedi estere, + 3,9% in un anno, toccando le 2.600 imprese. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati InfoCamere a fine 2015 per la giornata dedicata all’economia, oggi 16 maggio, in cui i vari territori fanno il punto sulla loro situazione economica e delle imprese. E proprio di territori e di autonomia, alla luce della riforma costituzionale e in vista del referendum, si è parlato questa mattina alla presentazione del libro “Territori e Autonomie. Un’analisi economico-giuridica”, di Cranec, Fondazione Astrid, Fondazione Cariplo, alle Gallerie d’Italia. “Territori e Autonomie – Un’analisi economico-giuridica” – ha ricordato Carlo Sangalli, presidente della Camera di Commercio di Milano – ha per noi, per la Camera di commercio, un valore fondamentale: ribadisce l’importanza delle istituzioni territoriali e delle autonomie e quindi il valore della pluralità degli enti vicini al territorio. Salvaguardare il principio di sussidiarietà, anche in questo periodo di ampie riforme, significa salvaguardare le formazioni sociali, in una “sussidiarietà circolare” mirata al territorio”. Giuseppe Guzzetti, Presidente Fondazione Cariplo ha commentato: “La comunità dovrebbe trovare un ruolo in queste riforme, così come i corpi intermedi. La realtà è la centralizzazione, un ritorno al centralismo mentre il Pil migliorerebbe con più federalismo, ad esempio con un regionalismo effettivo. Dopo le province, i cantoni dovrebbero rispettare la storia, l’economia dei territori, la comunità che dà un senso di appartenenza. La mancanza dei soldi pubblici non deve indebolire i territori, il volontariato, il terzo settore, il welfare aziendale, temi sui quali va coinvolto direttamente il cittadino. Il rafforzamento del privato – sociale è uno strumento di pluralismo, in una logica “triangolare” di pubblico, privato e privato – sociale. Abbiamo bisogno di mobilitare la pluralità del privato sociale”.