Bpm-Banco Popolare: fusione, obiettivo utili per 1 mld nel 2019

Milano – La fusione tra il Banco Popolare e la Bpm, che sara’ approvata dai rispettivi consigli di amministrazione il 23-24 maggio –spiega il quotidiano Affaritaliani.it – sara’ efficace entro fine anno, con la nascita del nuovo gruppo e lo scorporo di Bpm Spa. Sono queste le tempistiche rese note oggi dagli istituti durante la presentazione del piano strategico 2016-2019. Il nuovo gruppo puntera’ allo sviluppo di tre obiettivi principali: una redditivita’ attrattiva e sostenibile; un bilancio solido con una rafforzata qualita’ del credito e una significativa creazione di valore punti che prevedono un’ottimizzazione della rete di distribuzione con un taglio nel numero delle filiali da 2417 a 2082 nel 2019 e un conseguente esubero di 1800 lavoratori. Nel dettaglio, il piano industriale stima il raggiungimento di un utile pre-accantonamenti di 2,2 miliardi di euro nel 2019, con un tasso di crescita annuo composto per il periodo 2015-2019 in rialzo del 3,1%. L’utile netto normalizzato e’ previsto a 1,1 miliardi nel 2019, con un rapporto costi/utile al 57,8% e un rendimento del patrimonio netto tangibile (Rote) pari al 9,0%. La cessione delle sofferenze sara’ di “almeno 8 miliardi” ma “potra’ arrivare fino a 10 miliardi”, ha spiegato il consigliere delegato di Bpm, Giuseppe Castagna. Per la fine del piano, e’ previsto un aumento delle erogazioni alla clientela, con i crediti lordi che si attesteranno a 109 miliardi, a fronte dei 95 miliardi di fine 2015 (+3,1% medio annuo), mentre la raccolta diretta salira’ dai 100 miliardi del 2015 a 116 miliardi di euro (+3,7% il tasso medio di crescita) e i depositi da 67 miliardi a 79 miliardi (+4,1%). I proventi operativi normalizzati passeranno da 5,1 miliardi a 5,2 miliardi di euro. “La posizione di capitale ci lascia sereni. In questo 12,9% c’e’ gia’ tutta la crescita del piano industriale”, ha affermato Castagna, aggiungendo che “qui c’e’ un qualcosa che vale per tutti: per gli shareholder, per chi lavora nelle banca e per i territori. Infine, la nuova banca si pone come obiettivo una politica di dividendi remunerativa, con un versamento in uscita del 40% che, secondo quanto ha dichiarato Castagna “non deve essere occasionale, ma importante e sostenibile nel corso del tempo”.