Economia, le imprese lombarde che internazionalizzano sono sempre più competitive
Milano – In Lombardia il 38,5% delle imprese ha aumentato le proprie quote di mercato rispetto al pre covid, con una quota estera di fatturato salita al 44,2%. È quanto emerge dell’Indagine Internazionalizzazione 2023 ‘Riposizionamento e nuove geografie per le imprese lombarde’ di Confindustria Lombardia e Assolombarda in collaborazione con Regione Lombardia, Ispi e Sace, presentata oggi a Palazzo Lombardia alla presenza, tra gli altri, dell’assessore allo Sviluppo economico, Guido Guidesi. L’edizione 2023 dello studio, condotto dalle 9 associazioni territoriali di Confindustria Lombardia su un campione di oltre mille aziende manifatturiere internazionalizzate, rileva le aree geografiche di interesse e i principali ostacoli, approfondisce gli effetti delle tensioni geopolitiche rispetto alla competitività e l’impatto della pandemia sulle strategie e sul posizionamento delle imprese lombarde a livello internazionale. “I successi, in ordine ai dati sulle esportazioni, certificano – ha evidenziato Guidesi – la grande capacità delle imprese lombarde di adattarsi ai cambiamenti, di offrire prodotti di qualità e di saper personalizzare i servizi. I dati, nonostante le contingenze negative, sono migliori non solo rispetto al resto delle regioni italiane ma anche rispetto ai competitor europei. Il merito di tutto questo è delle aziende lombarde. Il nostro ruolo, come Regione, è di supportarle al meglio attraverso strumenti mirati. In questi due anni abbiamo lavorato per rendere più efficaci le misure regionali e per introdurre nuove possibilità, penso al riconoscimento e al sostegno delle filiere. Il sistema lombardo è all’avanguardia e può raggiungere anche gli obiettivi di sostenibilità ambientale previsti a livello europeo, a patto di farlo in piena neutralità tecnologica”. Per il Presidente di Confindustria Lombardia Francesco Buzzella, intervenuto in apertura dell’incontro, “la vocazione internazionale delle imprese manifatturiere lombarde, come emerge dall’Indagine, si conferma uno dei punti distintivi del nostro sistema produttivo. Pur in un contesto internazionale magmatico, infatti, le imprese lombarde si adattano con rapidità ai mutamenti e riescono a cogliere le opportunità derivanti dai cambiamenti prima e meglio dei competitors come dimostra l’elevato numero di imprese che hanno operato sostituzioni lungo le catene di fornitura o guardano a nuovi Paesi. I meriti delle imprese rischiano però di essere vanificati in assenza di percorsi definiti da parte delle istituzioni con particolare riferimento al reperimento di materie prime e di risorse umane oltre che di chiarezza e potere contrattuale nella gestione dei cambiamenti geopolitici in atto”. “I dati dimostrano, ancora una volta, la proiezione internazionale delle nostre imprese: le esportazioni si confermano, infatti, come un asset cruciale, testimoniando l’apprezzamento riservato a livello internazionale per la loro opera – ha aggiunto il vicepresidente di Assolombarda, Veronica Squinzi -. Nonostante l’impatto della pandemia e del conflitto russo-ucraino, le aziende hanno continuato a profondere un grande sforzo teso a innovare in tecnologia e a investire ingenti capitali nell’ottica di salvaguardare la loro attività e di proiettarsi sui mercati globali. Se, oggi, l’Italia rappresenta il quinto Paese al mondo per il più elevato surplus commerciale, il merito lo si deve al nostro tessuto produttivo. Un sistema che ha reso questo territorio una delle più grandi regioni manifatturiere d’Europa, la prima in assoluto per numero di unità locali. Questo patrimonio merita di essere preservato: occorre una politica industriale nazionale ed europea capace di dischiudere, ulteriormente, le enormi potenzialità delle nostre imprese, sostenendole mentre si apprestano a portare a compimento le sfide della transizione ecologica e digitale”. Questi i principali risultati dell’Indagine Internazionalizzazione 2023: – Le esportazioni si confermano la principale modalità di presenza all’estero delle imprese lombarde (96%), seguita dall’import di materiali e componenti (63%) e presenza con filiali commerciali o negozi (9%). – Si diffonde l’utilizzo di piattaforme digitali per l’export manifatturiero con il 40% delle imprese esportatrici che ha attivo almeno un canale di digital export e il 7% che si sta attrezzando per attivarne uno. – Nel 2022 la quota di fatturato realizzata all’estero è salita al 44,2% dal 43,5% nel 2021; in crescita anche il valore delle esportazioni di beni del +27,5% nel 2022 rispetto al 2019, performance ben più sostenuta dei benchmark europei come Bayern (+14,2%) e Auvergne-Rhône-Alpes (+13,7%). – Cresce anche il portfolio Paesi delle imprese che nel 2022 servono mediamente 23 mercati ciascuna (nell’edizione 2021 erano 21). – Francia (53%), Germania (52%) e Spagna (33%) sono tra i primi 5 Paesi serviti per ordine di importanza; stabile anche la distribuzione delle sedi commerciali (top3: Stati Uniti, Germania, Francia) e di quelle produttive (top3: Cina, Stati Uniti, Germania). – Tra i fattori di novità emerge una tendenza delle imprese lombarde a espandersi in mercati geograficamente più distanti: tra i Paesi attualmente serviti troviamo India, Emirati Arabi Uniti e Brasile mentre Emirati Arabi Uniti, Australia e Canada sono nella Top10 dei Paesi a cui le imprese guardano. Minore attenzione verso Russia (fattori politici) e Cina (incertezza commerciale e politica zero Covid) come Paesi prospect. – Consistente il miglioramento della competitività delle imprese manifatturiere lombarde sui mercati esteri nel 2022 rispetto al 2019: il 38,5% ha acquisito quote di mercato in confronto al pre-Covid e il 47,8% le ha mantenute invariate. Tra i principali driver di competitività troviamo il fattore qualità e innovazione, l’offerta di maggiore flessibilità e l’essere soggetti a minor rischi esterni rispetto ai competitor. – In aumento la quota di imprese che ha sostituito almeno un fornitore: 20,2% nel 2022. Le sostituzioni lungo le catene di fornitura sono state guidate da logiche di costo nel 58,4% dei casi, seguita dalla ricerca di minor rischio sia in termini di disponibilità di prodotti (33,2%) che in ambito logistico, geopolitico e regolatorio (26,7%). – Tra i fattori di incertezza per il futuro le imprese internazionalizzate lombarde indicano i fattori geopolitici (43,9% dei rispondenti), le transizioni tecnologiche e ambientali (29,9%) e la reperibilità di materie prime e di risorse umane. All’evento di presentazione sono intervenuti il presidente di Confindustria Lombardia Francesco Buzzella, il direttore della ricerca e Condirettore dell’Osservatorio su Europa e Governance Globale ISPI, Antonio Villafranca, il direttore del settore Centro Studi, Territorio e Ambiente di Assolombarda Valeria Negri, l’assessore allo Sviluppo economico di Regione Lombardia Guido Guidesi, la vicepresidente di Assolombarda Veronica Squinzi e, in tavola rotonda, gli imprenditori associati al sistema confindustriale lombardo Lorenzo Carnelli, CEO di Friem Spa, Anna Ghiraldi, Project management & Key Customer Account Manager di Dinamica Generale SPA, Giorgio Favini, CEO di Elga Europe SPA, Alessio Cacciatori, CEO di Cover Sistemi SRL.