Casa: CGIL alla Regione, basta discriminare sulla base della cittadinanza

Milano – A seguito della sentenza n° 166/2018 della Corte Costituzionale, nella giornata del 3 dicembre scorso la Corte d’Appello di Milano – Sezione Lavoro e Previdenza – ha dichiarato illegittimi i requisiti previsti per i cittadini stranieri per accedere alle misure finanziate dal Fondo sostegno Affitti introdotto con L. n. 431/1998 poi modificata con L. n. 133/2008 contenuti nella Delibera della Giunta della Regione Lombardia dell’aprile 2015. Secondo la Corte, il requisito dello svolgimento di una attività lavorativa e della residenza in Regione per almeno 5 anni, sono discriminatori e gli stranieri devono essere ammessi a parità di condizione con i cittadini italiani. Questi sono i motivi fondanti per i quali la Regione Lombardia dovrà modificare la Delibera in questione e riaprire i termini per consentire la presentazione delle domande ai soggetti precedentemente esclusi. “CGIL Lombardia ha presentato, presso il Tribunale di Milano, nello scorso mese di luglio, tramite lo studio legale degli avvocati Alberto Guariso e Livio Neri, insieme alle Associazioni ASGI e NAGA, una causa per discriminazione a sostegno dei cittadini stranieri a cui è stato negato il diritto di accedere ad un alloggio in edilizia residenziale pubblica (ERP), perché privi del requisito dei cinque anni di residenza in Lombardia. È del tutto evidente e capzioso che tale requisito gravi statisticamente di più sugli stranieri che sugli italiani, ingenerando di fatto una diversificazione di trattamento. L’auspicio è che l’orientamento politico di Regione Lombardia cambi di segno, mettendo fine ad una stagione di ordinaria, quanto banale ed assurda discriminazione contro i cittadini stranieri. Applicando per tutti gli aventi diritto i principi fondanti della democrazia e dell’uguaglianza, al fine di garantire piena ed effettiva integrazione tra le diverse comunità che costituiscono la collettività dei cittadini che vivono e operano nella legalità in Lombardia”.