CGIL CISL UIL, UNIA, OCST, SYNA: la tassa frontalieri

Milano – Nel corso dell’approvazione della legge di Bilancio 2024 è stato introdotto un cosiddetto contributo al sistema sanitario nazionale volto, nell’intenzione del legislatore, a finanziare le retribuzioni del personale sanitario delle aree di confine, carico dei frontalieri italiani in Svizzera (c.ca 93.000 persone), che sono tassati secondo il sistema d’imposizione fiscale previsto dagli accordi del 1974, confermato da recente trattato internazionale tra i due paesi e con il memorandum d’intesa tra MEF, OO.SS. e Associazione dei Comuni di frontiera (ACIF) entrambi del 2020, convertito nella legge 83/23 nel luglio scorso, individuati con la definizione di “vecchi” frontalieri (coloro i quali hanno costituito il proprio rapporto di lavoro tra il 31/12/18 ed il 16/7/23 e tassati solo alla fonte in Svizzera). Il contributo (cosiddetta d’ora in avanti “tassa sulla salute”), è definito in misura tra il 3% ed il 6% per i frontalieri ed i propri familiari a carico a far data dal 1/1/24 è reso attuativa da provvedimenti devoluti dal Governo alle quattro Regioni di confine: Alto Adige, Valle D’Aosta, Piemonte e Lombardia definita sulla base delle decisioni dei Governi locali. I provvedimenti attuativi non sono ancora predisposti. Le organizzazioni sindacali e l’ACIF, oltre a numerosissimi Enti locali tra comunali e sovracomunali interni alla fascia di confine dei 20km che definisce lo status di frontaliere fiscale ai sensi di legge, hanno contrastato la norma anche in virtù dei principi contenuti all’interno del parere legale che oggi viene qui presentato. In estrema sintesi: diritto universale alla salute e, quindi, diritto di accesso al sistema sanitario nazionale per tutti i cittadini italiani indipendentemente dalla condizione di reddito; discriminazione tra i cittadini italiani e dell’Unione Europea; violazione degli obblighi internazionali a seguito della sottoscrizione tra Italia e Svizzera del trattato internazionale sulla nuova imposizione fiscale convertito in legge; introduzione della doppia imposizione fiscale in violazione dei principi contro le doppie imposizioni dei Paesi OCSE, malgrado con il trattato internazionale del 2020 si fossero definite, tra le altre, le misure volte ad evitare la doppia imposizione. Per tali ragioni, la presentazione del parere legale è volta a sottolineare (dimostrare) gli indizi di incostituzionalità del provvedimento introdotto dal Governo e dal Parlamento italiano nel corso dell’ultima legge di bilancio. Le organizzazioni sindacali italiane di CGIL CISL UIL, con il supporto delle analoghe svizzere UNIA, OCST, SYNA dopo la prima manifestazione nella storia dei lavoratori frontalieri tenuta con successo a Como lo scorso 25 maggio, richiedono il ritiro del provvedimento ed il completo rispetto della legge 83/23 approvata all’unanimità del parlamento la scorsa estate. Pertanto si rinnova l’istanza di un superamento della tassa della salute, la convocazione del tavolo interministeriale (MAECI, MILAV, MEF) istituito, la piena applicazione del valore della NASPI per i primi tre mesi di disoccupazione. Si auspica altresì un proficuo ripristino dei rapporti Italia/Svizzera che risolvano anche la questione delle Liste dei Comuni di frontiera.