I lavoratori della Moreschi scrivono a Stefano Accorsi
Milano – Mentre la vertenza della storica fabbrica di scarpe Moreschi di Vigevano approda in Regione Lombardia, la Hurleys, il fondo svizzero proprietario del marchio, sceglie come nuovo testimonial Stefano Accorsi. I lavoratori che rischiano il licenziamento hanno scritto una lettera aperta ad Accorsi. “Egregio signor Stefano Accorsi, siamo lavoratrici e lavoratori del calzaturificio Moreschi sito in Vigevano. Abbiamo appreso che lei sta pubblicizzando le “scarpe Moreschi”, azienda storica fondata nel 1946 da Mario Moreschi. Ovviamente nulla di illegittimo, anzi auspichiamo che le venga riconosciuto il compenso pattuito, visto che ai dipendenti non succede…Volevamo informarla della nostra situazione: dal 2020 la nuova proprietà Moreschi è detenuta al 100% dal Fondo Hurley. Si tratta di un fondo svizzero, la cui attività prevalente è subentrare in aziende in ristrutturazione o in difficoltà economiche e finanziarie. Nel 2020 con l’avvento della nuova proprietà i dipendenti erano 217 prevalentemente donne, ad oggi i dipendenti sono 80 di cui è stata aperta l’ennesima procedura di licenziamento collettivo per 59 persone tutti addetti alla produzione. Le “scarpe Moreschi” purtroppo non si producono più a Vigevano, dal momento che hanno esternalizzato tutta la produzione, chissà dove. Inoltre hanno venduto l’immobile per un valore di 15 milioni di di euro e pare che nel mese di settembre dovrebbero lasciare l’immobile e l’intera area (riguardo la vendita dell’immobile, l’intera vicenda è finita in tribunale). Ad oggi ci sono ex dipendenti che aspettano ancora di percepire le spettanze di fine rapporto oltre al Tfr, i lavoratori ancora in forza aspettano di percepire lo stipendio di febbraio e marzo, dal mese di gennaio 2021 non sono stati versati le quote spettanti ai fondi di pensione integrativa”. “Per questa ragione – prosegue la lettera – lavoratrici e lavoratori non possono riscattare quanto da loro accantonato, fino a quando non verranno sanate le posizioni individuali. Per concludere, la nuova proprietà è subentrata a un prezzo simbolico alla vecchia proprietà, ha mantenuto clienti, mercato, mantiene il marchio, licenzia tutti i dipendenti e chiude l’azienda. Questo è un esempio di come si distrugge uno stabilimento storico di Vigevano, compreso aziende dell’indotto, lasciando intere famiglie nella disperazione più totale. Grazie per l’attenzione”.