Roma – A marzo peggiora il quadro congiunturale italiano con variazioni negative degli indicatori in alta frequenza: fiducia delle imprese, vendite al dettaglio, produzione industriale e, a gennaio per la prima volta da luglio scorso, anche l’occupazione. È questa la valutazione dell’Ufficio Studi di Confcommercio contenuta all’interno di una analisi dell’economia italiana elaborata con cadenza mensile. Secondo le stime dell’organizzazione, a marzo la ricchezza nazionale (Pil) dovrebbe registrare, nel confronto con febbraio, una crescita nulla. Su base annua la variazione si manterrebbe debolmente positiva. Per il complesso del primo trimestre Confcommercio stima una variazione dello 0,1% congiunturale e dello 0,3% nel confronto annuo. A questi dati va aggiunta la doppia variazione negativa congiunturale dei consumi nei primi due mesi del 2024 (0,4% e -0,2%). Le traduzioni in termini tendenziali (anno su anno) sono, comunque, ancora positive: +0,4 e +0,8% per i consumi nei primi due mesi e +0,3% per il Pil nel primo quarto dell’anno in corso. A livello di singole funzioni di consumo, a febbraio, i settori più dinamici sono stati l’automotive (+18,3%), i trasporti aerei (+1,4%) e i servizi ricreativi (+3,7%). In difficoltà permangono mobili (-3,5%), alimentari (-1,5%), abbigliamento e calzature (0,5%). “Il passo è dunque lento e non coerente con l’obiettivo di crescita annuale che non può discostarsi troppo dall’1%. Si conferma, quindi, che la crescita è ancora tutta da costruire”, si legge nella ricerca. Confcommercio non esclude tuttavia un colpo di reni dell’economia italiana. “L’accelerazione è possibile, a due condizioni: la prima, che l’inflazione continui a declinare a partire da aprile, dopo la risalita che prevediamo per marzo (all’1,5% tendenziale dallo 0,8% di febbraio). La seconda, che si stabilizzi lo scenario internazionale prima che le tensioni sui costi di trasporto, logistica e materie prime si trasmettano ai prezzi finali o che si generino razionamenti sulle importazioni e tagli al volume del commercio internazionale”. Secondo il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, “all’inizio di questo 2024, i ‘segni rossi’ prevalgono su quelli ‘verdi’. E questo è un pericoloso campanello d’allarme perché rischia di mettere in discussione l’obiettivo di crescita che non può assolutamente scendere sotto il punto percentuale. Occorre, quindi, accelerare la realizzazione delle riforme e degli investimenti legati al Pnrr. Inoltre, grande beneficio alla spesa delle famiglie deriverebbe dalla tanto attesa riforma fiscale. L’ipotesi di estendere la riduzione della pressione fiscale al ceto medio va concretizzata, perché inciderà positivamente sui consumi e, quindi, su occupazione e crescita”.