Don Gnocchi: testimonianze e nuove tecnologie per la giornata internazionale delle persone con disabilità

Don Gnocchi: testimonianze e nuove tecnologie per la giornata internazionale delle persone con disabilità

Milano – Ordinare al bar con la realtà aumentata, conoscere la quotidianità nei centri diurni attraverso foto e video testimonianze, approfondire con ricercatori universitari gli aspetti più complessi e meno noti dell’esperienza di ogni giorno delle persone disabili: sono queste alcune delle attività che si svolgeranno nel corso di “Confine. Percorsi e sguardi”, evento aperto a tutti e organizzato dalla Fondazione Don Gnocchi sabato 2 dicembre a Milano. Obiettivo dell’iniziativa, promossa in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità, è permettere a chi lo desideri di approfondire, per quanto possibile, alcuni aspetti della vita quotidiana di chi ha una disabilità e sperimentare i nuovi strumenti che la tecnologia mette a disposizione per superare alcune barriere. Il programma è ricco di opportunità: dalle 10 alle 12 sarà possibile visitare diversi ambienti e vivere differenti esperienze quali 50 PASSI OLTRE IL CONFINE, una mostra di 50 opere realizzate da 10 artisti disabili che indaga il tema del confine o CERCAMI CON OGNI SENSO, un’esperienza immersiva che conduce a scoprire quanto per alcune persone sia fondamentale poter comunicare attraverso i cinque sensi. Autobiografia è un’esperienza di ascolto delle storie di vita di cinque persone disabili che esprimono attraverso il loro racconto pensieri, sentimenti, gioie e anche dolori e queste storie si potranno ascoltare in una sala apposita nella quale per chi vuole vivere un’esperienza di ascolto “più intenso e identificativo” si possono utilizzare degli ausili che aiutano ad immergersi in maniera più completa ed emotiva ad esempio sedendosi su una carrozzina o bendandosi gli occhi. A MODO MIO è una mostra fotografica che racconta attraverso le immagini come persone disabili interpretino A MODO LORO situazioni di vita quotidiana. Ci sarà anche una performance teatrale e, per finire, si potrà ordinare qualcosa da bere nel Bar chiamato BARRICATA, in cui per ordinare non si utilizzerà la voce, ma si dovranno utilizzare gli strumenti di comunicazione quali tablet, tabelle o comunicatori a disposizione sui tavoli, ossia l’esperienza della CAA (Comunicazione Aumentativa Alternativa) con il fine ultimo di “mettersi nei panni di chi ha disabilità”. Dalle 12 alle 13 interverranno i due ricercatori dell’Università Bicocca di Milano, Leonardo Menegola e Matteo Schianchi per un confronto sul tema, mentre dalle 13 alle 16, dopo uno “spuntino in compagnia”, si potrà visitare la mostra delle opere realizzate da chi frequenta i centri diurni in tutta la Lombardia: in mostra quadri, fotografie e video testimonianze. Nel corso della giornata anche performance musicali di “Voci soavi” e Andrea Pifferi. La maggior parte delle volte la parola “disabilità” riporta alla mente il concetto di “limite”, che a sua volta richiama quello di “confine”. Il confine, però, non è un limite o un passaggio invalicabile, ma piuttosto il luogo in cui la vicinanza prevale”. O, parafrasando Papa Francesco, “il confine rappresenta il luogo di contatto”. “Con questa iniziativa – spiega Elena Morselli, responsabile socioeducativo dell’IRCCS “S.Maria Nascente” della Fondazione Don Gnocchi – vogliamo approcciare una nuova modalità di comunicazione, offrire un’opportunità di riflessione, provando ad immedesimarci nell’altra persona, dando la possibilità alla cittadinanza e alle istituzioni di incontrare un mondo spesso poco conosciuto, auspicando la tessitura di nuove relazioni tra realtà differenti presenti sul territorio”. Tutto è nato ad inizio anno, quando alcuni operatori della Fondazione Don Gnocchi del Servizio Socio Educativo hanno sentito l’esigenza di fermarsi, per provare a ripensare il proprio ruolo, con l’ambizione di dare origine ad una nuova modalità di approccio ai problemi sociali, che cogliesse l’importanza di partire da un pensiero condiviso, che coinvolgesse innanzitutto le persone fragili, che ne sono al centro, ma anche operatori, servizi culturali, cittadini ed istituzioni. Continua Elena Morselli, responsabile socioeducativo dell’IRCCS “S.Maria Nascente” della Fondazione Don Gnocchi: “L’obiettivo è quello di approdare ad una nuova cultura dei diritti, che nasca dall’incontro e dalla contaminazione fra mondi diversi, che dia forza propulsiva a processi altamente qualitativi di rielaborazione delle esperienze individuali, migliorandole e sviluppandole. Diventa dunque importante, anzi, imprescindibile, imparare a percorrere i sentieri che ci mettono in collegamento e relazione con le persone con disabilità, alla ricerca di segni di pace, in una situazione di guerra non dichiarata e strisciante nei confronti delle differenze tutte”.