Confcommercio: l’impresa e’ donna

Confcommercio: l’impresa e’ donna

Roma-  “Economia e Lavoro: progetti ed azioni per le imprese e la società”, è stato presentato un report dell’Ufficio Studi Confcommercio sull’occupazione femminile. L’Italia è in piena crisi demografica. Le donne non fanno figli, a differenza degli altri paesi europei, dove sono più numerose le donne che lavorano. Più lavoro, più welfare, più strumenti di conciliazione lavoro-famiglia, più figli: ad esempio Paesi come Danimarca, Svezia e Islanda hanno un indice di fertilità all’1,7% rispetto all’1,2 dell’Italia e hanno il  77% di tasso partecipazione al lavoro. Spostare il tasso di partecipazione femminile dal nostro 49% al 60% della media europea o al 65% della Germania non garantirebbe di avere mediamente più figli per donna, ma aprirebbe sicuramente una possibilità. L’Ufficio Studi sottolinea che “un settore “molto fertile” per l’occupazione femminile è il terziario di mercato: su 100 donne che lavorano alle dipendenze a tempo indeterminato 75 sono infatti  occupate in questo settore, così vitale da essere anche palestra per eccellenza dell’autoimprenditorialità. Il terziario è donna perché su 100 occupati dipendenti nei servizi 51 sono donne, mentre su 100 occupati dipendenti nell’industria e nelle banche solo 27 sono donne, e poi si lavora prevalentemente a tempo indeterminato.Intervenendo ai lavori del Tdlab2023 di terziario Donna, il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha subito ricordato la vicinanza della Confederazione alle popolazioni dell’Emilia Romagna colpite dall’alluvione. “Esprimiamo tutta la nostra solidarietà e vicinanza alla gente straordinaria dell’Emilia Romagna, colpita da questa calamita. E’ un popolo la cui reazione oggi è un esempio straordinario di coraggio e tenacia”. “Come Confcommercio attraverso la nostra Fondazione Orlando faremo la nostra parte – ha proseguito Sangalli – alcune attività resilienti stanno già partendo, fanno parte del Terziario di mercato, dove la presenza femminile sia in termini di occupazione che in termini di imprenditoria è molto rilevante. La speranza di ripartire deve essere alimentate dalle iniziative del governo e dalle istituzioni. Ancora una volta il tema complessivo della sostenibilità s’intreccia con le regole urbanistiche e la cura di un territorio fragile”. Parlando dei temi dell’evento di Terziario Donna, Sangalli ha sottolineato che la partecipazione femminile è indispensabile per la sostenibilità e la partecipazione al mercato del lavoro. Non ha davvero senso parlare di imprese femminili quando si sostengono delle misure di aiuto e sostegno, è importante sostenere le donne che fanno impresa indipendentemente dalla compagine societaria. “Credo che sia importantissimo sottolineare – ha continuato Sangalli – quello che i dati della ricerca dell’Ufficio Studi dimostrano: si fanno più figli laddove la partecipazione delle donne al lavoro e alla società è più alta. E la partecipazione al lavoro delle donne è più alta laddove ci sono livelli di qualità della vita e servizi maggiori. Cioè, nonostante l’immaginario collettivo delle famiglie numerose del Sud Italia, al Sud ormai le donne fanno meno figli che al Nord. Questa correlazione ci fa capire quanto sia importante innescare un circuito virtuoso.  Guardate, dico una cosa forte: fare figli o lavorare non è di per sé un plus per una donna (e neanche per un uomo), ma si vive meglio dove succedono queste cose e queste cose succedono dove si vive meglio”. “Dovremmo essere tutti femministi” ha concluso Sangalli citando il libro di Chimamanda Ngozi Adichie.