Unipol, lavoro: milanesi insoddisfatti della retribuzione e favorevoli alla settimana corta

Milano – Il Consiglio dei ministri tenutosi lunedì 1° maggio ha messo a punto un nuovo decreto-legge, che rende effettivo un taglio delle tasse in busta paga per i redditi medio-bassi. Proprio in merito al rapporto degli italiani con il lavoro, Changes Unipol ha realizzato una nuova ricerca elaborata da Ipsos, analizzando aspetti quali il livello di soddisfazione per la propria occupazione e retribuzione, la propensione al cambiamento, i fattori per la scelta di un nuovo lavoro e le aspirazioni in termini di work-life balance. La retribuzione lavorativa: 4 milanesi su 10 sono insoddisfatti. Il primo dato significativo che emerge dall’indagine è quello relativo alla diffusa insoddisfazione dei lavoratori per la propria retribuzione: quasi la metà dei cittadini di Milano ritiene il livello del proprio stipendio poco o per nulla soddisfacente (43%) mentre l’altra parte si dichiara abbastanza o molto appagata (57%). La retribuzione è il primo criterio di scelta nella valutazione di un’offerta di lavoro. Non è quindi sorprendente constatare che la retribuzione rappresenti il criterio di scelta più rilevante per valutare un’offerta di lavoro: viene infatti indicato dal 50% di coloro che lavorano, staccando nettamente l’allineamento del ruolo offerto con le proprie aspirazioni (33%), la vicinanza a casa (32%) e la stabilità dell’azienda (29%). Importanti, ma meno prioritari, la possibilità di conciliare il lavoro con le esigenze della vita privata indicato dal 28% degli intervistati e il coinvolgimento offerto dall’azienda (20%). 4 milanesi su 10 stanno valutando di cambiare lavoro. Tra i lavoratori, il 43% è aperto alla possibilità di cambiare lavoro. In particolare, il 16% sta cercando attivamente e il 27% si sta guardando intorno. Tra coloro che lavorano, circa 1 su 3 (il 29%) sarebbe disponibile a trasferirsi all’estero per accettare una proposta di lavoro. I motivi per lasciare l’attuale posto di lavoro. In caso di cambiamento, i motivi di abbandono dell’attuale posto di lavoro sono nel 39% dei casi l’arrivo di un’offerta di lavoro migliorativa o comunque molto allettante, seguito da una retribuzione non adeguata (38%) e l’esigenza di meglio conciliare lavoro e vita privata (21%). Seguono i ritmi di lavoro troppo pesanti e un clima aziendale non soddisfacente (entrambi al 20%). Soltanto il 16% cambierebbe a causa di scarse possibilità di carriera e solo il 12% perché ha una forma contrattuale non soddisfacente. La modalità di lavoro preferita, nel 63% dei casi, è quella ibrida (ufficio + remoto). Tra i desiderata legati all’occupazione, la modalità di lavoro preferita è di gran lunga quella ibrida (ufficio + lavoro da remoto), indicata nel 63% dei casi, a fronte di un 26% di lavoratori che preferisce invece lavorare al 100% in presenza. Soltanto l’11% vorrebbe invece idealmente un lavoro al 100% da remoto. 6 milanesi su 10 sono soddisfatti, in generale, del loro attuale lavoro. Tra chi lavora, il 61% è molto o abbastanza soddisfatto in termini generali della propria occupazione, mentre il 36% esprime insoddisfazione. Più di 7 milanesi su 10 si dicono soddisfatti dell’equilibrio tra lavoro e vita privata. Se soltanto il 18% si dichiara “molto” soddisfatto per il suo work-life balance, complessivamente più di 7 su 10 (78%) esprimono un giudizio positivo su questo aspetto di equilibrio tra vita lavorativa e vita privata. A livello nazionale, Milano e Firenze risultano le città più appagate in termini di “work life balance”. Soltanto il 10% dei lavoratori accetterebbe di rinunciare subito a una piccola percentuale della retribuzione per migliorare il proprio work-life balance: una quota che sale al 26% se si include anche chi sarebbe disposto certamente a farlo, ma in futuro. Milano è, infine, la città più interessata all’idea della settimana lavorativa corta, a parità di ore complessive e stipendio, visto che quasi tutti i lavoratori intervistati (93%) si dichiarano molto o abbastanza interessati.