Milano, case popolari MM: saranno gli inquilini a ristrutturarle

Milano, case popolari MM: saranno gli inquilini a ristrutturarle

Milano – E’ Il Corriere Della Sera a dare notizia del piano per ristrutturare le case popolari di Milano gestite da MM. “Ristrutturare le case popolari di proprietà del Comune e, contestualmente, affittarle a lavoratori dipendenti con redditi bassi a un prezzo inferiore rispetto a quello oggi previsto. È quanto prevede il provvedimento contenuto nel Piano Casa e che l’assessore alla Casa Pierfrancesco Maran porterà in Giunta nelle prossime settimane, con l’obiettivo di farlo approvare entro marzo e renderlo quindi operativo dall’estate. «Il problema principale di Milano — chiarisce l’assessore — è il costo delle case, arrivato ormai a livelli insostenibili e che rende critico lo sviluppo della città, che di recente è tornata ad avere più di 1,4 milioni di residenti. Ormai comprare o affittare una casa sta diventando insostenibile non solo per chi ha acclarate difficoltà economiche ma anche per chi è un lavoratore a reddito medio». I contratti di affitto sarebbero lunghi, «almeno un quattro anni più altri quattro», così da ammortizzare i costi. Proprio a chi ha una busta paga fissa e un reddito annuo che non supera i 26 mila euro lordi è destinato il progetto. Che in 18 mesi sbloccherà 2.300 case popolari delle 5 mila ad oggi sfitte che sono in capo a MM — la partecipata pubblica che gestisce gli alloggi popolari di proprietà di Palazzo Marino — e che verranno quindi «scorporate» dalla graduatoria regionale con cui vengono assegnati gli alloggi di edilizia residenziale pubblica. Una possibilità che viene data dalla stessa legge regionale che regola le assegnazioni: «La norma prevede le iniziative di valorizzazione del patrimonio immobiliare». Una volta che la casa verrà quindi assegnata a un lavoratore — tra questi, ad esempio, ci potranno essere i neoassunti delle società pubbliche che normalmente hanno stipendi più bassi dei loro colleghi del privato — sarà lo stesso lavoratore a occuparsi, tramite un finanziamento con le banche o le società di leasing, della ristrutturazione: a fronte di questo investimento economico — per il quale è prevista la detrazione Irpef da parte dello Stato per il 50% del totale — l’inquilino godrà di un affitto ridotto. «In questo modo — chiarisce Maran — otteniamo due effetti: innanzitutto il Comune, che in questo momento ha 5 mila alloggi vuoti in città (altri 10 mila sono di Aler, ndr) che non riesce a sistemare, avrebbe la possibilità di rinnovare gli appartamenti”. (…)