Olimpiadi Milano-Cortina, De Albertis (Ance): codice degli appalti e sostenibilità

Regina De Albertis Presidente Assimpredil Ance 050721
Regina De Albertis Presidente Assimpredil Ance 050721

Olimpiadi Milano-Cortina, De Albertis (Ance): codice degli appalti e sostenibilità

Milano – Incontro oggi nella sede dell’Ance per fare il punto sulle infrastrutture delle Olimpiadi Milano-Cortina. Regina De Albertis, presidente Ance-Assimpredil, intervenendo, tra l’altro ha detto: “Un grande evento è l’occasione per innescare discontinuità nei percorsi di crescita e sviluppo dei luoghi e dei territori su cui impatta. La sua eccezionalità, pertanto, deve permettere la messa in gioco di strategie specifiche. Le Olimpiadi e le successive Paralimpiadi lasceranno una legacy nel medio/lungo periodo che deve essere di qualità delle opere realizzate e di sostenibilità ambientale dei nuovi interventi. La scommessa oggi è ottenere una interazione con l’ecosistema complessivo che potenzi la capacità di un grande evento come le Olimpiadi invernali di essere strumento di trasformazione del territorio ospitante. La scommessa è, anche, di mettere a terra le opere necessarie e su questo punto ci confronteremo con i relatori che seguiranno. Sono in gioco investimenti pubblici importanti a cui si aggiungono quelli privati già attivati, risorse che potranno incidere significativamente sul territorio.Sono risorse straordinarie che richiedono analoga straordinarietà  per gli iter urbanistici e per i processi decisionali-burocratici, qualora non si possano raggiungere gli obiettivi temporali di completamento delle opere in condizioni di ordinarietà. La legacy  non sarà solo la materialità delle infrastrutture e dei servizi che riusciremo a realizzare ma sarà il nuovo modello di relazione pubblico privato che questa esperienza ci permetterà di sperimentare in linea con il principio di collaborazione che, appunto, il nuovo Codice ben evidenzia. Per questo è necessario mettere in comune le informazioni per condividere problemi e soluzioni. La pandemia, la guerra e le follie del mercato dello scorso anno ci hanno insegnato che da soli non si va avanti! Insieme, invece, si superano gli ostacoli. Milano è una delle poche realtà italiane in grado di andare oltre il limite della confort zone per imboccare nuove strade, questa metropoli ha consolidato un modello di relazioni che coinvolge tutte le componenti della società civile, nessuna esclusa. Il sistema delle imprese non è spaventato, quindi, per la gestione degli ingenti investimenti che arriveranno sul territorio con il PNRR e le Olimpiadi perché sono veramente una occasione per cambiare passo e rendere la sostenibilità un valore che attraversa tutte le trasformazioni in atto. Chi opera nel mercato immobiliare ha già percorsi ampiamenti sperimentati di criteri ESG nel processo realizzativo e queste logiche entrano anche nelle infrastrutture attraverso le opere a scomputo. E’ fondamentale che nel nuovo testo del Codice Appalti vi sia una previsione specifica che tenga conto della peculiarità di queste opere. Auspichiamo, pertanto, che sia confermata in toto la disciplina vigente del Codice dei Contratti che rappresenta un equilibrato modello operativo che contempera interessi pubblici e privati. Ci sono anche altri punti molto critici che voglio evidenziare insieme ad alcune proposte. La questione centrale riguarda i prezzi. Se vogliamo realizzare le opere necessarie bisogna andare in gara con prezzi adeguati e dare attuazione ai meccanismi revisionali in tempo, per evitare squilibri economici e sovraesposizioni da parte degli appaltatori. Non è più sostenibile un sistema che si regge su finanziamenti anticipati delle opere da parte degli esecutori perché, visti gli importi, si rischia il fallimento Il Codice Appalti, oggi in discussione parlamentare, potrebbe risolvere alcune questioni aperte ma servono chiarimenti, ad esempio, sui meccanismi di revisione prezzi previsti. Il giudizio del nostro mondo sul nuovo Codice Appalti è positivo in merito al riconoscimento del principio di conservazione dell’equilibrio contrattuale: gli eventi imprevisti che si verificano nella fase di esecuzione non devono alterare la sostanza economica dell’accordo originario. E’ una clausola finora considerata tabù, e questo è un grande passo in avanti! Ma è la declinazione operativa del principio che non convince: non si capisce perché il risarcimento dello squilibrio economico sia riconosciuto solo per l’80% e con un’alea del 5%. Soprattutto non è chiaro il meccanismo revisionale previsto, nonostante la articolata proposta fatta da ANCE di utilizzare sistemi dinamici di adeguamento, modellati su quelli di altri paesi come la Francia e la Spagna. Sono gli unici sistemi che consentono un reale e immediato riequilibrio economico (soprattutto in tempi turbolenti di inflazione) senza il quale, bisogna prenderne atto con serietà, tutto il mercato è destinato a fermarsi. E non è quello che vogliamo e ci possiamo permettere. Relativamente alla questione prezzi non posso che evidenziare l’assurdità di un sistema di Prezzari incomparabili: declaratorie diverse tra Regioni, logiche analitiche difformi, prezzi variabili. Un sistema complesso per le imprese e per chi controlla, che genera un inspiegabile disallineamento. Necessari gli indici correttivi per territorio ma devono essere applicati a un quadro chiaro che oggi non c’è. I grandi eventi devono essere la leva per far crescere anche le filiere produttive che in Italia sono composte prevalentemente da PMI, che sono per oltre l’80 % nel nostro settore. Occorre, pertanto, prevedere nuove forme di coinvolgimento delle PMI, perché senza questa componente della filiera i lavori non si faranno. L’esperienza dei grandi lavori, che negli anni passati hanno interessato il territorio, dimostra come le nostre imprese siano state spesso coinvolte solo in qualità di fornitrici di “mezzi e manodopera”. Contratti capestro, penali e garanzie spropositate. Nessuna interlocuzione e visibilità con la stazione appaltante. Nessuna possibilità di dimostrare e accrescere la propria competenza. Questo modello non funziona più e le gare rischiano di andare deserte. In altri Paesi esistono quote minime del contratto da affidarsi alle PMI per grandi appalti. Assimpredil Ance ha recentemente siglato con il Comune di Milano un protocollo che prevede meccanismi premiali per l’impresa affidataria che concorre alle gare con accordi collaborativi nella sua filiera. Il Protocollo riguarda gli appalti finanziati con gli investimenti previsti dal PNRR e a quelli di importo superiore alle soglie europee e/o di considerevole complessità tecnica, quindi replicabile anche per queste opere. La nostra sollecitazione alle stazioni appaltanti di questo grande evento, ed in particolare alla Società Milano Cortina è, quindi, quella di considerare anche le PMI, la spina dorsale del nostro sistema produttivo, con l’obiettivo di favorirne la crescita attraverso una migliore distribuzione delle risorse pubbliche, scongiurando l’eventualità che restino schiacciate dalle grandi e permettendo che si inneschi un nuovo modello di filiera, più moderno, efficiente ed efficace. Non possiamo negare che serpeggia, tra le imprese e i professionisti, un certo scetticismo sul positivo impatto che potranno avere gli investimenti previsti per le Olimpiadi sulla sostenibilità ambientale e sulla capacità di innescare innovazione nel tessuto imprenditoriale. In Valtellina, come a Milano, gli impianti di recupero dei materiali riciclabili derivanti dalla cantierizzazione delle opere sono pieni e rischiamo il collasso. Bisogna dare concretezza agli obiettivi di sostenibilità partendo dal rendere possibile l’economia circolare. Bisogna intervenire sul Decreto EOW correggendo l’impostazione che ha di fatto ha bloccato gli investimenti per il trattamento e il recupero dei materiali riciclati. Bisogna maggiormente favorire l’utilizzo di questi materiali come sottofondo nelle opere infrastrutturali, come la Tangenziale di Tirano, perché alternativamente consumeremo materiale vergine, inquineremo facendo girare i mezzi pesanti, la CO2 immessa sarà incalcolabile. Siamo consapevoli che il nostro compito è far capire il valore delle costruzioni per la qualità dell’ambiente ma anche per la qualità sociale, e che tocca a noi usare questa occasione unica per mettere in campo le competenze e le capacità delle imprese. Però, bisogna farlo in una alleanza con i committenti pubblici e privati basata sulla fiducia e sul riconoscimento che la volontà di convergere su obiettivi di sostenibilità non è solo dichiarazione di principi ma concreta operatività. In questa direzione va il nostro Codice di Condotta Cantiere Impatto Sostenibile. Un codice volontario basato su 8 impegni, con livelli crescenti di azione. Per ogni singolo cantiere rilasciamo un marchio che testimonia della responsabilità sociale d’impresa, della scelta di decarbonizzazione, del rispetto dell’ambiente in ottica di economia circolare, della legalità per se e per la filiera. Ma anche della regolarità contrattuale e della sicurezza del lavoro, dell’impegno sociale e verso la catena di fornitura, con attenzione ai CAM. In 8 impegni abbiamo racchiuso il senso vero dell’essere un’impresa sostenibile che adotta logiche ESG nel cantiere, nella fase più complessa e difficile del suo processo produttivo. Abbiamo presentato questo codice ad alcune grandi stazioni appaltanti ma anche a Fondi, Banche e Committenti privati riscuotendo un grande interesse. Crediamo che Cantiere Impatto Sostenibile sia una strada per la qualificazione del settore. Concludo con l’auspicio che si risolvano i nodi legati alla messa a terra delle gare e che il Codice degli appalti sia una occasione e non un nuovo problema”.