XXII NOVA Conference a New York: perché investire nelle aziende italiane

New York – New York XXII NOVA MBA Conference evento organizzato a New York da NOVA MBA, l’Italian MBA Association, che ha visto nelle scorse edizioni gli interventi, tra gli altri anche di Mario Draghi, si è svolta presso la Columbia Business School. La conferenza intitolata “Bounce Back Better” ha trattato temi chiave per la ripresa dell’Italia tra cui private equity, transizione energetica e innovazione digitale. Tema scelto dalle conference co-chairs Arianna Roccia and Francesca Santucci (studentesse MBA, con un passato rispettivamente in Goldman Sachs e McKinsey & Co.). I lavori sono stati aperti dall’ambasciatrice italiana degli Stati Uniti d’America Mariangela Zappia con un messaggio sull’importanza delle relazioni bilaterali tra Stati Uniti e Italia e le opportunita’ dell’Italia. Tra i relatori: Marco Argenti (Chief Information Officer at Goldman Sachs), Fabio Cané (Senior Partner NB Renaissance), Paolo Cerruti (Co-founder and COO at Northvolt), Monica Mandelli (Managing Director at KKR), Francesco Profumo (Chair Fondazione CompagniaSan Paolo, former Italian Education Minister, Domenico Siniscalco (Managing Director and Vice Chairman at Morgan Stanley) e Giorgio Tinacci (CEO e Founder di CASAVO). “Possiamo e dobbiamo espandere la nostra già eccellente partnership economica con gli Stati Uniti” ha evidenziato l’Ambasciatrice Zappia “concentrandoci sui settori dell’economia del futuro”. “In questa globalizzazione in rapida trasformazione – ha aggiunto – l’Italia, l’Europa e gli Stati Uniti devono fare ancor più affidamento gli uni sugli altri. Non si tratta solo di identificare vantaggi di costo. Dobbiamo accrescere i co-investimenti in entrambe le direzioni per raggiungere l’autonomia, la resilienza e l’innovazione di cui abbiamo bisogno. E’ cruciale anche fondere il capitale intangibile di cui siamo dotati sulle due sponde dell’Atlantico e di integrare ulteriormente due mercati che sono enormi, reciprocamente attraenti e like-minded”. Perché un investitore internazionale dovrebbe guardare all’Italia? Questa domanda è stata rivolta direttamente a Fabio Canè, co-fondatore e senior partner di NB Renaissance, nel corso di XXII Nova Conference. Canè, che partecipava al panel dedicato proprio agli investimenti esteri in Italia, ha risposto che “in Italia ci sono ancora 6 mila aziende familiari, tante da rappresentare un terzo dell’intera economia del Paese, che stanno crescendo più del Pil”. Canè ha ricordato che proprio quest’anno sei fondi di private equity europei sono entrati nel mercato italiano, a conferma della sua attrattività: “Il livello di competizione è più basso, anche se sta crescendo perché il mercato si sta rendendo conto che in Italia ci sono opportunità”. Canè ha fatto l’esempio dei settori sui quali è focalizzata NB Renaissance: “Settori con il vento in poppa come la digitalizzazione, che beneficia anche del PNRR, la sanità (NB Renaissance ha recentemente acquisito Neopharmed), la sostenibilità e poi tutte le industrie di nicchia, le specialized industrials, dove si trovano tutte le eccellenze italiane, dalla meccatronica alle concerie alto di gamma, e così via”.  A Canè è stato chiesto anche quali sono i fattori che scoraggiano gli investitori esteri, domanda cui ha risposto ricordando la complessità delle norme e i tempi della giustizia. La tavola rotonda è stata introdotta da Monica Mandelli, managing Director di KKR. Con Fabio Canè hanno preso parte al dibattito Luca Bucelli, Managing Director e Head of Italy di Tikehau, e Federico Lalatta Costerbosa, Partner e Director di BCG. Tra i temi trattati nella tavola rotonda è emerso che: la situazione macro è molto incerta (guerra, nuovo governo appena insediato, inflazione) ma l’Italia vanta un numero largo e crescente di aziende di alta qualità in settori chiave (manifattura, healthcare, ecc) che possono raggiungere una dimensione internazionale. Inoltre nonostante l’aumento dei tassi di interesse l’Italia rimane un’attraente opportunità di investimenti alternativi per capitali sia domestici  sia internazionali, in particolare nel private equity che può giocare un ruolo molto importante nel supporto alle aziende italiane e in generale all’economia produttiva del Paese. In fine in Italia gli investimenti in private equity del primo semestre 2022 sono cresciuti del 73% rispetto al primo semestre 2021.