1° Maggio, Associazione Vittime del Dovere: la PA non rispetta il lavoro delle categorie protette

1° Maggio, Associazione Vittime del Dovere: la PA non rispetta il lavoro delle categorie protette

Roma – In occasione della Festa dei lavoratori che, come noto, viene celebrata il 1º maggio di ogni anno in molti paesi del mondo, l’Associazione Vittime del Dovere in onore di tutti i lavoratori ed in particolar modo delle Vittime del Dovere invalide e dei familiari di caduti,  ha deciso di presentare alla Procura Regionale presso la Corte dei Conti del Lazio un esposto in merito alla gestione delle quote di riserva nei numerosi concorsi pubblici indetti in questi anni, ritenendo configurabile un eventuale danno erariale. L’Associazione ha avuto modo di riscontrare, ancorché nel tempo siano intervenuti atti amministrativi volti a chiarie la normativa di settore, un quadro di disapplicazione delle norme riferibili alle procedure di assunzione delle categorie protette da parte delle pubbliche amministrazioni.  Tra le categorie protette rientranti nella riserva dell’1% (diversa e coesistente con quella pari al 7% riservata ai soggetti disabili) vanno ricomprese, oltre alle Vittime del dovere, terrorismo e criminalità organizzata, anche le vittime del servizio, del lavoro, gli orfani di violenza familiare, di guerra, i profughi, nonché da ultimo i medici e il personale sanitario deceduto o reso invalido dal Covid 19. Fino ad ora l’Associazione ha fornito pronta collaborazione alle Istituzioni e agli Enti pubblici, anche formulando proposte o quesiti in merito alla corretta applicazione della normativa vigente e intervenendo a più riprese con proposte di legge, emendamenti e audizioni presso le commissioni parlamentari. L’unico positivo riscontro da parte di alcuni esponenti politici è giunto con l’approvazione di un ODG (G/1586 Sez.I/1/1 del Sen. Corbetta) del 12 novembre 2019 che “impegna il Governo a porre in essere ogni iniziativa di propria competenza affinché siano garantite le assunzioni obbligatorie delle categorie protette sia presso le amministrazioni pubbliche sia nel settore privato, rispettando per qualifica e funzioni il titolo di studio e le professionalità possedute.” Tuttavia non resta che constatare la persistenza di criticità normative, su cui è inevitabile un intervento legislativo. Ma ciò che più preoccupa è che quel poco di riconoscimento previsto dall’attuale normativa viene ulteriormente frustrato dalle modalità applicative del diritto riconosciuto. Partendo dal presupposto che le pubbliche amministrazioni dovrebbero determinare, nell’ambito della programmazione del fabbisogno di personale, la consistenza numerica dei soggetti da assumere, al fine di poter fornire dati numerici agli aventi diritto e a garanzia del principio di trasparenza, ci si pone di fronte al primo problema. La sezione “Amministrazione trasparente” presente nei siti delle Istituzioni pubbliche non riporta in maniera chiara la presenza di vacanze d’organico o i numerici destinati alla copertura delle quote d’obbligo, costringendo a una ricerca infinita e all’impossibilità di verificarne l’esistenza. Unica possibilità di sbocco, rifiorita negli ultimi tre anni, è la partecipazione ai numerosi bandi di concorsi indetti dalla Pubblica Amministrazione, dalla cui disamina però si evincono previsioni che non rispettano o eludono la normativa. Infatti i bandi ad oggi pubblicati  per il  Ministero Giustizia, Ministero dell’Ambiente, Ministero dei Beni culturali, Ministero del Lavoro non prevedono quote di riserva all’interno del Concorso, né specifici titoli preferenziali (dato il richiamo esclusivo al decreto del Presidente della Repubblica 9 maggio 1994, n. 487), rinviando la copertura delle quote d’obbligo a non meglio definite procedure da avviare in un secondo tempo o rivalutandole in funzione dei vincitori idonei, confidando che tra loro ci siano delle categorie protette. Una prassi lesiva sia dell’interesse legittimo della Vittime che, in assenza di una  previsione delle quote di riserva,  si vedono postergata la loro effettiva possibilità di inserimento nel mondo del lavoro, sia un probabile danno economico per lo Stato laddove si verifichi la necessità di organizzare una nuova procedura dedicata alla copertura delle quote dell’obbligo, con una duplicazioni di costi. “Auspichiamo che gli organi competenti abbiano cura di valutare quanto esposto dall’Associazione poiché questi problemi interessano non solo le Vittime ma anche tutti i cittadini onesti che adempiono agli oneri fiscali” dichiara il Presidente Emanuela Piantadosi “Il Consiglio direttivo dell’Associazione ha deciso di portare al vaglio dell’autorità competente le criticità, che emergono dalla disapplicazione della normativa che dovrebbe tutelare le quote di riserva delle Vittime del Dovere in ambito lavorativo, in concomitanza della Festa dei Lavoratori, al fine rendere onore a tutti coloro i quali hanno sacrificato la vita svolgendo con rettitudine e abnegazione il proprio lavoro in nome dello Stato”.