Lavoro: sempre più precario, sempre più “a termine”

Cerco Lavoro
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Roma – Più contratti a termine e sempre più brevi. Il 99,1% dei nuovi rapporti di lavoro precari attivati tra ottobre e dicembre dell’anno scorso ha una durata di un anno al massimo. Solo lo 0,9% dei contratti, dunque, supera i 12 mesi. Nel quarto trimestre 2021 – scrive il quotidiano la Stampa – il 39,5% delle posizioni lavorative a tempo determinato ha una durata prevista fino a 30 giorni, il 13,3% di un solo giorno, il 29,1% da due a sei mesi. E spesso i protagonisti di questi contratti “lampo” sono i giovani e le donne. I dati delle Comunicazioni obbligatorie rielaborate del ministero del Lavoro fotografano una tendenza in peggioramento da questo punto di vista: si riscontra un aumento dell’incidenza delle attivazioni dei contratti di brevissima durata – il 23,6% fino a una settimana, +3,7 punti rispetto al quarto trimestre 2020 – e di quelli da uno a sei mesi, il 46,2%, ovvero +5,8 per cento. I contratti di una settimana riguardano soprattutto gli alberghi e la ristorazione, mentre quelli fino a sei mesi le costruzioni. Nell’insieme di Pubblica amministrazione, istruzione e sanità, invece, sale sia l’incidenza di quelli di brevissima durata (+5,8%) sia di quelli da uno a sei mesi (+14,9 punti), a fronte della diminuzione delle attivazioni da sei mesi a un anno (-20,1%). Negli alberghi e nella ristorazione circa la metà dei rapporti sono di un mese. La nota trimestrale di Istat, ministero del Lavoro, Inps, Inail e Anpal, evidenzia un aumento delle posizioni lavorative pari a 229 mila unità rispetto ai tre mesi precedenti: sia a tempo indeterminato, con 68 mila dipendenti in più, ma soprattutto a tempo determinato, segnando un incremento di 160 mila contratti. Il saldo dei 229 mila è il risultato di 2 milioni e 619 mila attivazioni e 2 milioni e 390 mila cessazioni. Nel confronto annuo, la crescita è altrettanto marcata: complessivamente risulta pari a +618 mila posti, di cui 297 mila a tempo indeterminato e oltre la metà, 321 mila, a tempo determinato. Insomma, l’occupazione conferma una dinamica in crescita alla fine del 2021, in linea con l’andamento del Prodotto interno lordo (Pil) dopo la caduta innescata dalla pandemia, ma a trainare la risalita è ancora il lavoro precario. (…)