Tavolo Energia, Agnelli (Confimi): incontro tra soliti noti, senza le PMI del manifatturiero

Tavolo Energia, Agnelli (Confimi): incontro tra soliti noti, senza le PMI del manifatturiero

Roma – “Ancora una volta si preferisce dialogare con chi rappresenta pubblico e privato, con evidente conflitto di interesse, per trovare delle soluzioni a un dramma come quello dei costi energetici insostenibili che interessa l’intero paese” così Paolo Agnelli industriale alla guida di Confimi Industria, Confederazione che con le sue 52 sedi e 450 funzionari in tutta Italia rappresenta oltre 45 mila pmi del manifatturiero privato, 650 mila dipendenti, 81 miliardi di euro di fatturato e che non è stata convocata dal Mise per il tavolo sull’energia. “Si era trovato un buon equilibro negli anni e con i governi passati, dando ascolto a tutte le realtà produttive del paese, permettendogli di proporre soluzioni alle complesse situazioni di emergenza e crisi” sottolinea Agnelli facendo riferimento, tra le altre cose, agli Stati Generali dell’Economia convocati dall’ex premier Giuseppe Conte. “Un dialogo sull’energia quasi unilaterale che è continuato anche nella giornata odierna con l’incontro di stamane a Palazzo Chigi tra il presidente Draghi e i vertici di Confindustria che rappresenta anche le aziende che intermediano, veicolano e traggono profitti anche indirettamente dall’aumento dell’energia la cui liberalizzazione iniziata nel 1999 con il “Decreto Bersani” (Attuazione della direttiva 96/92/CE recante norme comuni per il mercato interno dell’energia elettrica) non si è voluto portare a termine” rimarca Paolo Agnelli. “Sembra di vivere in un dumping associativo” fa notare Agnelli “ma come si fa a considerare 4 milioni di pmi e le loro difficoltà di serie B?” chiude il presidente di Confimi Industria.