Landini (Cgil): lavoro, salute e sicurezza

Landini (Cgil): lavoro, salute e sicurezza

Milano – Il segretario generale della Cgil dal palco dell’assemblea dei delegati e delle delegate di Milano rilancia le richieste del sindacato: dai vaccini alla rappresentanza passando per pensioni e ammortizzatori sociali. È un richiamo senza appello all’esecutivo Draghi. È l’inizio di una giornata dedicata al confronto e alla ripartenza perché “Il domani si cambia oggi”. Oltre ai rappresentanti sindacali in piazza, si collegano con il palco milanese 121 camere del lavoro, 20 sedi regionali, 12 categorie nazionali, il centro confederale e a seguire da remoto ci sono almeno 15mila persone. “La bellezza e la forza di questa nostra organizzazione è che siamo presenti in tutto il Paese, in tutti i comuni, in tutti i territori. Esistiamo – dice Landini rivolgendosi direttamente alla platea – perché ci sono persone che come voi ogni giorno ci mettono la faccia nei luoghi di lavoro, lottano, cercano di tutelare le persone. Il messaggio che vogliamo mandare è che uniti, insieme, siamo una grandissima forza sociale organizzata. È la nostra storia. Sono poche le organizzazioni che possono vantare di avere più di cento anni, di essere in grande forma e di avere una grande voglia di vivere e di cambiare sostanzialmente le cose”. Sono le donne e i giovani ad avere pagato il prezzo più alto della crisi di questi mesi ma adesso che si discute di ripartenza la Cgil rivendica il diritto di essere coinvolta: “Si parla di più di 300 miliardi di euro che il piano nazionale di ripresa e resilienza metterebbe sul piatto. – ammonisce Landini – La domanda che ci dobbiamo fare è una: quanti posti di lavoro si creano con questi investimenti e quali posti di lavoro si devono creare? Noi pensiamo che qui c’è un tema: l’obiettivo della piena occupazione e di un lavoro stabile che deve essere elemento centrale. Lo diciamo al governo perché ad oggi non abbiamo ancora avuto la possibilità di confrontarci direttamente sulle tante riforme e sulle scelte di fondo che devono essere realizzate”. Dall’Assemblea di Milano Maurizio Landini ribadisce: “Il Covid non è superato e vaccinarsi è sia un dovere morale sia una responsabilità sociale. Lo stiamo dicendo da mesi”. Risale ad aprile l’aggiornamento dei protocolli che prevedeva anche la possibilità di vaccinarsi nei luoghi di lavoro, all’epoca lo slogan del sindacato di Corso d’Italia era già “Vaccinare non licenziare”, così come fin dallo scorso anno la confederazione è impegnata nella campagna Right2cure No profit on pandemic che ha l’obiettivo di rendere i vaccini accessibili a tutti, in tutto il mondo, attraverso la sospensione dei brevetti. “È uno scandalo – commenta Landini – che ci siano persone che muoiono perché non hanno neppure la possibilità di avere la prima dose di vaccinazione”. Sul tema dei vaccini Landini ammonisce il governo: “La più grande rivoluzione che si può fare in un Paese come il nostro è applicare i principi fondamentali della Costituzione, non solo il diritto al lavoro ma anche il diritto alla salute, all’istruzione, a un sistema sociale che metta la persona e i suoi diritti al centro. Per questo continuiamo a pensare che sia necessario applicare l’articolo 32 della Costituzione. Lo abbiamo già detto, con Cisl e Uil, – al governo, al presidente del Consiglio, ai ministri con i quali abbiamo discusso – l’atto più solidale e di maggiore intelligenza anche per affrontare le paure, le solitudini e le fragilità che tante persone purtroppo ancora vivono è quello di affidarci a una decisione che, come prevede la Costituzione, renda il vaccino un trattamento sanitario obbligatorio”. E sul green pass “nulla in contrario – dice Landini – ma l’obbligo del green pass e l’obbligo vaccinale sono due cose ben diverse. E se attraverso il green pass si affronta il problema dell’ingresso al lavoro e quindi si mettono assieme il diritto al lavoro e quello alla salute il governo deve seguire la logica del provvedimento che sta discutendo. Non può essere che le persone per lavorare debbano pagare le protezioni individuali per loro previste e non è il momento di utilizzare strumenti discriminatori né elementi che possano alimentare divisioni”. Seguendo la stessa logica Landini chiede il ripristino della malattia per i giorni di quarantena. Le richieste indirizzate all’esecutivo sono molteplici. Innanzitutto proprio sulla salute e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro: “Non è accettabile – dichiara ancora Landini – che si continui a morire sul lavoro così come si moriva 30 o 40 anni fa. È il momento degli atti e delle decisioni concrete. Si facciano le assunzioni che servono negli Ispettorati del lavoro e nella medicina del lavoro. La formazione deve essere un diritto delle persone. Ci sono responsabilità anche culturali da affrontare. È il momento di introdurre patente a punti, procura diretta, elezioni dei rappresentanti alla sicurezza in tutti i luoghi di lavoro”.

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