Palù (Aifa), pandemia: razionale l’obbligo di vaccino ma serve una legge

Palù (Aifa), pandemia: razionale l’obbligo di vaccino ma serve una legge

Milano – “Di fronte a una pandemia con 4 milioni e mezzo di morti, con 130 milioni di soggetti infettati, che ha devastato il mondo, credo che pensare a un obbligo vaccinale” contro Covid-19, “da un punto di vista scientifico, sia molto razionale”. Lo ha detto a Sky TG24 Giorgio Palù, presidente dell’Aifa e membro del Cts, ospite di ‘Buongiorno’ dopo che il premier Mario Draghi si è dichiarato favorevole all’obbligatorietà vaccinale. “Esiste già in Italia per 11 vaccini – ha ricordato Palù – Consideriamo questa opportunità” anche quello anti-Covid, ma “serve una legge” e “sta alla politica adesso assumersi la responsabilità”. Ed ha poi ribadito che ”l’obbligo del vaccino” anti-Covid “è sicuramente un’opzione. Esiste già l’obbligo vaccinale in Italia per 11 vaccini. Ricordo che va deciso con una legge ordinaria del Parlamento, quindi c’è bisogno di un tempo parlamentare necessario”. Quello del Presidente del Consiglio – ha detto ancora Palù “è un ‘sì’ che si apre a un’ipotesi di lavoro” inoltre “in altri Paesi si sta parlando di obbligatorietà almeno per quel personale che si occupa di lavoro pubblico. Non solo i medici, ma anche gli insegnanti, le forze dell’ordine”. “Non abbiamo solo diritti ma anche doveri”, ha concluso Palù. “L’Fda ha dato per la terza dose un’autorizzazione emergenziale nei giorni scorsi, una piena autorizzazione. L’Ema ha dato  un’autorizzazione condizionata agli effetti avversi, oltre che sulla qualità ed efficacia dei vaccini e poi ogni anno rivede i dati”, ha aggiunto detto Giorgio Palù: “Credo che l’Ema abbia appena ricevuto i dati da Pfizer sulla terza dose – e li debba ricevere ancora da Moderna – si esprimerà non prima di un mese, un mese e mezzo . E anche in questo caso  – ha sottolineato – non diventa un problema di enti regolatori ma di sanità pubblica e se ne deve far carico in prima istanza il Ministero della Salute. Difronte a dati che ci dicono che l’immunità viene un po’ meno col tempo soprattutto nei soggetti un po’ anziani, gli immunodepressi ma anche in quelli più esposti”. “Per i soggetti a rischio, come ha già detto il Cts – ha ribadito il virologo – c’è bisogno assolutamente della terza dose. La motivazione è negli studi clinici che dimostrano come ci sia una scarsa risposta in soggetti immunodepressi e in soggetti anziani. Io come altri colleghi siamo chiamati a dare un parere, ma queste sono decisioni di sanità pubblica. Ovviamente prevenire è sempre meglio che curare. In questi casi è addirittura giustificato agire anche prima che le agenzie regolatorie si esprimano perché lo fanno unicamente sui dati forniti dall’industria farmaceutica”.

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