CISL, infortuni per Covid: 37mila in Lombardia
Milano – I dati degli infortuni sul lavoro per COVID-19 al 31 dicembre diffusi oggi, fotografano il dramma che si è vissuto nei luoghi di lavoro nel primo anno di pandemia. “La Lombardia nel 2020 ha il tragico primato nel Paese per le denunce di infortuni totali e soprattutto mortali dovuti alla diffusione dell’epidemia, ma – sottolinea Pierluigi Rancati, segretario Cisl Lombardia – anche a causa di un sistema della prevenzione che nella nostra regione deve essere rafforzato negli organici, nell’organizzazione, nel controllo e nelle attività di promozione della salute e della sicurezza negli ambienti di vita e di lavoro”. Nell’anno appena concluso il mondo del lavoro nella nostra regione ha accusato 37.208 denunce di infortunio sul totale nazionale di 131.090 pari al 28,4%, mentre quelle con esito mortale rappresentano il 37,6% del totale, con 159 casi sul dato nazionale di 423. I dati totali annuali confermano Milano la provincia più colpita con 14.493 casi (il 39% della Lombardia), seguita da Varese (3.708, il 9,98%) e Brescia (3.670 il 9,9%). Mentre per i casi con esito mortale troviamo, sempre per l’anno 2020, Bergamo con 44, Milano con 39 e Brescia con 26. Altre conferme: il settore più colpito è quello della “sanità e socio assistenziale”, con il 74% dei casi; le donne rappresentano il 72,5% dei casi totali, contro il 27,5 degli uomini. I dati al 31 dicembre consento un confronto tra la Lombardia e regioni in maggiore misura colpite dal virus, come Veneto, Piemonte, Emilia Romagna e Toscana. La regione che dopo la Lombardia ha avuto più denunce di infortuni totali è il Piemonte con 14,4%, seguito dal Veneto, 9,7% Emilia Romagna 7,9% e Toscana con 5,5%. Per le denunce con esito mortale 8,7% per Piemonte ed Emilia Romagna, 3,3% Toscana e 2,4% Veneto. “La riforma che Regione Lombardia deve fare nelle prossime settimane per la riorganizzazione del sistema sanitario lombardo serva a rilanciare politiche ed azioni dedicate alla prevenzione della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e ad alzare il livello della tutela di lavoratrici e lavoratori”, conclude Rancati.