Bonometti (Confindustria Lombardia): salario di formazione invece dei sussidi

Marco Bonometti
Marco Bonometti

Bonometti (Confindustria Lombardia): salario di formazione invece dei sussidi

Milano – Marco Bonometti, presidente di Confindustria Lombardia, lancia il sasso nello stagno con una intervista al Corriere Della Sera. Parliamo di blocco dei licenziamenti. In vigore fino al 31 marzo, nelle intenzioni del governo potrebbe essere prolungato oltre questa data, almeno per i settori più in crisi. “Il fatto è – dice Bonometti – che il blocco non risolve il problema dell’occupazione ma lo peggiora”. “Quando il blocco cesserà crollerà la diga e i licenziamenti saranno una valanga che travolgerà qualsiasi resistenza e metterà alle corde il governo, quale che sia. Nel frattempo, molti miliardi di euro saranno stati erogati in termini di assistenza immediata, senza pensare al futuro delle persone. Senza contare che il blocco dei licenziamenti farà passare a tantissimi la voglia di investire in Italia”. “Più si aspetta e più i disoccupati diventeranno un numero non gestibile, che si aggiungerà ai giovani che non studiano e non lavorano, i Neet. Il tutto mentre le ricerche di personale di tante aziende continueranno a restare senza risposta, proseguendo l’antico male italiano del disallineamento tra domanda e offerta di lavoro”. Il governo – chiede il Corriere – intende investire 3 miliardi di Next generation Eu sulle politiche attive. “Soldi che vanno spesi bene. Ho presente i molti tentativi finora fatti per risolvere il problema. Non da ultimo il Reddito di Cittadinanza, su cui sono naufragate una montagna di buone intenzioni. Servono vie nuove”. “È necessario costituire un’Agenzia pubblica per la Formazione e Riconversione Professionale, con articolazioni provinciali. Non un carrozzone dello Stato, ma un organismo agile, gestito con criteri privatistici e coinvolgendo il sistema delle imprese”. “Finora (Anpal) non ha funzionato. Se fosse riformata e resa operativa con l’impostazione che ho appena illustrato, perché no. Cassintegrati e Neet passerebbero alle dipendenze dell’Agenzia, percepirebbero un salario pari alla cassa Integrazione – lo chiamerei salario di formazione – sarebbero obbligati alla frequenza dei corsi, pena la sua perdita e riceverebbero, al termine, un titolo corrispondente alla preparazione professionale acquisita, in parte in aula, in parte nelle aziende, con particolare attenzione ai profili non disponibili sul mercato”. “Lo Stato centrale dovrebbe affiancare le Regioni che non riescono a garantire standard di politiche attive adeguati. Il programma è ambizioso. Ma è questo il momento di cambiare passo”.