Cgil, lavoro agile: Mind come area per sperimentare la smart society

Cgil, lavoro agile: Mind come area per sperimentare la smart society

Milano – La proposta è della Cgil di Milano e riguarda i modi e i luoghi del lavoro, modificati anche dalla pandemia. “Luoghi attrezzati tecnologicamente, dove ritrovarsi insieme anche quando si lavora a distanza, forniti di servizi per lavoratori dipendenti e autonomi e per chi lavora in strada come i rider o i driver della logistica. Poter ricreare in parte, quell’occupazione che si perderà con un utilizzo non contrattato dello smartworking, attraverso la fornitura di servizi bar, ristorazione, pulizia e magari qualche sportello pubblico di servizi ai cittadini. E’ risaputo – prosegue la nota della Cgil – come alcune recenti indagini dimostrano, che lo smartworking è diventato ormai parte integrante della vita di buona parte dei lavoratori. Questa sarà la “nuova quotidianità” ma non necessariamente la casa è il luogo preferito dove lavorare. Anzi. Per questo, come Cgil di Milano abbiamo proposto nel nostro “Piano per la ripresa, l’innovazione e lo sviluppo”, un progetto dove la digitalizzazione non dimentichi la costruzione di socialità tra i lavoratori recuperandola in luoghi da creare nelle periferie insieme alle reti di solidarietà e dei servizi. Eʼ lʼidea di una smart society che va attuata riportando al centro della vita cittadina le persone portatrici di diritti invece che gli utenti di app, le relazioni da costruire e gli spazi da riempire. Le prime sperimentazioni potrebbero avvenire nell’area “Mind” e in molti ambiti di trasformazione urbanistica sparsi a Milano e nellʼarea metropolitana. Il territorio di Milano infatti è un osservatorio privilegiato e un laboratorio sui processi di riorganizzazione e digitalizzazione del lavoro e della società, dove lʼinnovazione è una leva strategica per lo sviluppo ma è anche portatrice di rischi e paure che richiedono governo pubblico, adeguata formazione e condivisione contrattata, in unʼottica di allargamento delle opportunità per tutti e di inclusione sociale. Si proceda attraverso una regia pubblica condivisa dalle parti sociali prima che ci pensi qualcuno scaricando i costi sui lavoratori”, conclude la nota.