L’opinione. Covid, assistenza a casa solo per chi può permetterselo?

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L’opinione. Covid, assistenza a casa solo per chi può permetterselo?

Milano – La sanità lombarda sta prendendo una brutta piega. E il problema non è l’agitarsi di uno scontro politico tra maggioranza e opposizione che lascia il tempo che trova e nemmeno l’uso strumentale dei ritardi (tanti) che la Regione (non sempre a causa sua) ha accumulato nell’affrontare l’emergenza Covid, con una struttura territoriale palesemente inadeguata. In gioco ora c’è la fiducia dei cittadini in un sistema essenziale come quello sanitario universalistico. Sono Cgil, Cisl e Uil a lanciare il sasso: “Dalla sanità privata è partita l’iniziativa per un servizio di assistenza domiciliare per pazienti Covid-19 in isolamento domiciliare obbligatorio (90 € per il tampone a casa e 450 € per un pacchetto di prestazioni sanitarie a domicilio) ma l’uno e l’altra sono proprio quello che la sanità pubblica deve garantire a tutti coloro che ne hanno bisogno”. Ma ciò che propongono i privati (assolutamente legittimo) è quello che dovrebbe fare il servizio pubblico e invece non fa. Per non parlare della “banale” vaccinazione antinfluenzale divenuta una via crucis per molti anziani e un miraggio per tutti gli altri. “Regione Lombardia faccia subito quello che ha scritto nelle delibere, cominciando dall’attivazione di un numero adeguato di strutture e dall’assunzione del personale necessario, e riveda il sistema degli accreditamenti con le strutture private, partendo da un necessario paradigma: il privato non può sostituire il pubblico e approfittare delle sue debolezze, o peggio essere concorrente favorito dalle regole del gioco”. Parole difficilmente contestabili che chiedono una risposta immediata.