Fase 3: Confimprese, il 30% dei negozi a rischio chiusura

Milano – Il presidente di Confimprese, Mario Resca, nel corso dell’assemblea annuale dell’associazione ha dichiarato che a causa della crisi provocata dal Covid il 30% dei negozi in tutta Italia e’ a rischio chiusura con il rischio di perdere 400 mila posti di lavoro. Secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio Confimprese-EY nel periodo gennaio-agosto: il progressivo sull’anno registra -37,3% delle vendite, l’abbigliamento/accessori -37,8%, la ristorazione -40,2%, altro non food -29%. Il travel precipita a-62,1%. Secondo il presidente di Confimprese manca la fiducia nella “ripresa dell’economia per il 70% degli italiani e il sentimento di incertezza del futuro grava sul 57,4%”. “Il commercio – spiega Resca – e’ nelle sabbie mobili. A 7 mesi dall’inizio del lockdown i consumi languono e della ripresa economica non vi e’ traccia”. “Come pensa il governo di aiutare il nostro settore? Non c’e’ industria senza distribuzione – aggiunge il presidente Confimprese – e non c’e’ distribuzione senza l’impegno dei nostri imprenditori e dei nostri collaboratori, ma le risposte non ci sono. Siamo pronti a forme inedite di protesta per far valere le nostre ragioni nell’interesse del Paese. Il governo ha annunciato che lavorera’ a ridurre il cuneo fiscale e le tasse ma, tempi a parte, per noi resta una grande incognita: quali sono le intenzioni del Governo verso il commercio? E’ un settore labour intensive, nel dettaglio impiega 2,1 milioni di persone totali ma e’ in ginocchio. Nelle linee guida indicate finora dal Governo non c’e’ un progetto che riguardi il commercio”. Il presidente Mario Resca ha illustrato le quattro richieste per il governo. Al primo posto c’e’ la richiesta di abbassare il costo del lavoro, la cui incidenza media del 48% non ha “eguali in Europa. E’ giunto il momento – afferma – di rivedere sul serio il cuneo fiscale e auspichiamo che il Governo voglia lavorare nella cornice del Recovery Fund, con l’obiettivo di tagliare le tasse sul lavoro”. C’e’ poi la richiesta di rivedere l’art. 28 del Dl Rilancio che riconosce un credito d’imposta del 60% per i contratti di locazione alle aziende con un fatturato inferiore ai 5 milioni di euro. La misura, cosi’ com’e’, esclude l’85% delle “nostre imprese associate. Chiediamo al Governo maggiore equita’ della misura: stessi benefici per tutti gli operatori indipendentemente dal fatturato e dalla tipologia di contratto”. Viene chiesto anche di rendere facilmente usufruibile il “contributo a fondo perduto per la ristorazione previsto dall’Art.58 del Dl Agosto ed ampliarne i destinatari”. Confimprese chiede poi di “aumentare da 6 a 10 anni la durata dei finanziamenti sia con garanzia Fondo Pmi che con garanzia Sace, al fine di rendere maggiormente sostenibile il rimborso del piano di ammortamento”.