Landini (Cgil): sbaglia Bonomi, no ritorno al passato, rischio di uno scontro di cui non c’è bisogno

Bari – “La pandemia ha fatto emergere le fragilità e le diseguaglianze. Dobbiamo cambiare tutto, rimettere al centro i bisogni delle persone, a partire dal lavoro: basta precarietà”. È uno dei passaggi del segretario della Cgil Maurizio Landini che da Bari ha concluso gli Stati generali della Puglia. “Serve fare investimenti sulla sanità, perché la pandemia ha fatto vedere che i tagli su sanità e prevenzione li abbiamo pagati cari. Questo è un terreno d’investimento sicuro che va sviluppato – ha aggiunto il leader di Corso d’Italia dal palco del Teatro Petruzzelli di Bari – Allo stesso tempo c’è bisogno di affrontare i temi di un nuovo modello di sviluppo. Fondamentale è l’attenzione all’ambiente: se pensiamo all’accelerazione che la tecnologia digitale ha avuto, questo pone un problema di investimento sulla formazione e sulla scuola”. Sulla scuola Landini è chiaro: “È il momento di riaprire non solo le scuole alla svelta, ma di fare una riforma del sistema scolastico. Ci vogliono asili nido per tutti, bisogna rendere obbligatoria la scuola da 3 a 18 anni. Contemporaneamente, bisogna far diventare il diritto alla formazione soggettivo, che ognuno di noi deve avere garantito per tutta la vita. Questo significa avere un coordinamento: non possiamo avere 21 politiche sanitarie, 21 politiche industriali. Nel rispetto dell’autonomia regionale, è il momento di avere una politica sanitaria e industriale nazionale. È il momento delle scelte, altrimenti questo è impossibile”. Sugli investimenti “è il momento non di pensare a che cosa succede fra due mesi ma è il momento di pensare a che cosa succede fra cinque o sei anni con le scelte che fai adesso nei termini di investimenti e di azioni”. E poi il tema caldo della contrattazione e il rapporto con Confindustria. “Noi stiamo rivendicando, per quello che ci riguarda, che il governo ci coinvolga e in più – ha sottolineato Landini – lo diciamo anche alle imprese, a Confindustria: è il momento anche di rinnovare i contratti nazionali di lavoro, non di bloccarli”. Per il segretario generale della Cgil è tempo “di garantire i diritti a tutti”, quindi “è il momento di un nuovo statuto dei diritti dei lavoratori che tuteli tutte le forme di lavoro. È il momento di un sistema di ammortizzatori sociali nuovo che eviti la competizione tra persone e la precarietà che ci sono stati fino ad adesso e queste sono le rivendicazioni che abbiamo messo in campo e o abbiamo delle risposte o decideremo anche quali iniziative agire”. Una è già in calendario: il 18 settembre dove Cgil, Cisl e Uil organizzeranno, in tante città italiane, una giornata di mobilitazione per avanzare le proposte con cui il mondo del lavoro chiede di cambiare il nostro Paese.