Covid 19, San Gerardo Monza: 600 candidati volontari per il vaccino

Milano – Sono già quasi 600 i volontari che si sono candidati a sperimentare il vaccino anticovid in via di sviluppo presso l’ospedale San Gerardo di Monza e messo a punto dalla Takis e dalla Rottapharm Biotech. Condotta dal Centro Ricerca della ASST, in collaborazione con l’Università di Milano-Bicocca, la sperimentazione di ‘Fase 1’ sull’uomo punterà a verificare l’efficacia di un vaccino basato sul DNA e innovativo anche dal punto di vista clinico. A questo tema è stato dedicato l’approfondimento di LombardiaNotizieOnline che ha ospitato Paolo Bonfanti, responsabile scientifico del progetto, direttore della ‘SC Malattie Infettive’ e associato in malattie infettive all’Università Milano-Bicocca; Marina Cazzaniga, direttore del Centro di Ricerca di Fase 1 del San Gerardo e docente di oncologia medica alla Bicocca e Mario Alparone, direttore generale della ASST Monza. La sperimentazione sull’uomo consta di 3 Fasi ed è il primo passo verso l’utilizzo del vaccino su larga scala. La ‘Fase 1’ durerà circa 3 mesi e dopo un periodo di ‘follow up’ si analizzeranno i risultati. Alla successiva ‘Fase 2’ parteciperanno 200 persone, selezionate tra le 582 che si sono già fatti avanti e sono stati iscritti nel Registro volontari e tra quelle che ancora si proporranno nei prossimi giorni. È possibile candidarsi per partecipare come volontari alla sperimentazione di ‘Fase 1’ mandando una mail a dir.centroricerca@asst-monza.it. Per farlo bisogna avere un’età tra i 18 e i 65 anni e non si deve essere entrati in contatto con il virus. Non si deve avere avuto nemmeno l’epatite o l’HIV. Sono fondamentali buone condizioni psicofisiche generali. Prima dell’inoculazione del vaccino, i volontari selezionati per la ‘Fase 1’ dovranno sottoporsi a una serie di esami clinici, basati su test ematici e strumentali. Verranno effettuati tra fine ottobre e inizio novembre. Trascorsi 14 giorni dalla vaccinazione, i ricercatori dell’equipe dell’ASST Monza procederanno a eseguire dei prelievi del sangue dei soggetti coinvolti nella sperimentazione, per effettuare l’estrazione degli anticorpi prodotti dai loro organismi. Questi saranno messi in contatto con il virus attivo. Se gli anticorpi estratti neutralizzeranno il virus, il vaccino avrà avuto successo. Il vaccino, di tipo genetico, per stimolare la produzione di anticorpi, non utilizza un virus inattivato da impiegare come vettore virale. Costituito da un frammento di DNA, una volta iniettato in un soggetto sano, stimola una reazione immunitaria che è in grado di prevenire l’infezione.