Fase 3: Uil, rischio scontro sociale, serve patto per il Paese

Roma – “Il rischio di uno scontro sociale e’ fortissimo, e non sara’ la politica dei bonus a scongiurarlo”. Lo afferma il segretario generale Uil, Pierpaolo Bombardieri che in una nota congiunta con i segretari generali delle categorie del pubblico impiego Attilio Bombardieri (Uil universita’ e ricerca), Michelangelo Librandi (Uil Fpl), Nicola Turco (Uil Pa) e Pino Turi (Uil scuola), sostiene che “la rigenerazione della politica passa anche attraverso un Patto per il Paese per il quale e’ indispensabile mettere da parte gli egoismi e marciare verso un unico obiettivo, puntando su una politica concertativa che e’ l’alternativa allo scontro sociale”. La Uil esprime forte preoccupazione per “la situazione di grande difficolta’ che sta attraversando il Paese, in assenza di un piano di rilancio e alle prese con un ritorno dell’emergenza Coronavirus. Va superata l’attuale profonda crisi di valori, avendo a riferimento la nostra Costituzione e i principi di solidarieta’ e unita’ del Paese, per superare le difficolta’ economiche aggravate dalla pandemia che ha colpito milioni di famiglie”. Secondo il sindacato, “la classe politica ha di fronte a se’ il compito di ricostruire il tessuto sociale ed economico, a partire dalla scuola, dalla sanita’, dall’universita’, dalla ricerca e dalla Pa che sono il volano dell’economia e su cui si fonda il sistema della sicurezza e del welfare che solo lo Stato puo’ assicurare. Serve una visione di Paese evoluto e votato al cambiamento, servono investimenti in infrastrutture materiali e in reti, con una capillare digitalizzazione che sia strumento e non fine”. Un recente studio Uil ha messo in evidenza “un Paese arretrato in cui solo una parte e’ in grado di usufruire delle nuove tecnologie. La fibra e l’accesso a internet non garantiti a tutti determinano una condizione di allargamento delle disuguaglianze e accentuano una divisione del Paese, con squilibri inaccettabili dal punto di vista della giustizia sociale”. “Cosi’ come nel secolo breve si porto’ la luce elettrica anche nelle campagne e fu possibile il miracolo italiano – sottolineano gli esponenti Uil – oggi analogamente e’ necessario intervenire perche’ la fibra arrivi in ogni luogo anche il piu’ estremo. E’ un’azione, questa, che non puo’ essere affidata ai privati che la farebbero solo sulla base del profitto”. “La solidarieta’ necessaria – prosegue la nota – puo’ farla solo lo Stato. L’epoca delle privatizzazioni dovrebbe essere messa da parte per un nuovo umanesimo e per consentire ad un popolo fecondo come il nostro di cogliere le sfide della modernita’. Bisogna reagire positivamente per cambiare le politiche neo liberiste degli ultimi venti anni. Serve un’inversione totale che limiti le disuguaglianze e perche’ cio’ avvenga e’ necessario che i settori del pubblico impiego acquisiscano la loro autonomia dalla politica e siano al servizio del Paese”. Secondo la Uil, scuola, sanita’, universita’, ricerca, fisco, giustizia, soccorso e tutti i vari ambiti della Pa sono settori in cui investire e non possono essere catalogati come costi da tagliare. “Una migliore gestione della cosa pubblica nell’interesse dei cittadini va costruita anche su una politica di investimenti e su un ricambio generazionale che significherebbe dire basta al precariato che nel lavoro pubblico e’ diventato una piaga da sanare”. “Alla ripresa dalla pausa estiva – spiegano ancora Bombardieri e i leader delle categorie – affronteremo una fase delicata, quella del rinnovo dei contratti che dovranno trovare un nuovo quadro di definizione lontano dalle regole ‘brunettiane’, ma vicino ad una pubblica amministrazione protagonista del rilancio e dello sviluppo. Sono traguardi che non si possono raggiungere con atti legislativi, ma attraverso la condivisone. Il blocco dei contratti ha lasciato una ferita ancora aperta che dovrebbe fare riflettere chi vuole intraprendere la strada della buona politica. La Uil – concludono – ci sara’ sempre nelle sedi di concertazione e nelle piazze a rivendicare un cambio di passo e di politica. Noi siamo convinti che soltanto insieme si possa costruire un Paese migliore”.