Fiom, digitale e Covid richiedono che si apra un confronto sull’orario di lavoro

Roma – “In Germania l’orario di lavoro e’ inferiore al nostro – dice la segretaria generale della Fiom Francesca Re David, in un’intervista rilasciata dall’AGI – e di ridurlo ancora i tedeschi ne parlano da tempo, ma ora la situazione e’ diversa”. “E’ bene ricordare – prosegue Re David – che non esiste nella storia del movimento dei lavoratori un salto tecnologico che non abbia portato ad una riduzione dell’orario di lavoro. Cosi’ e’ stato per le 8 ore giornaliere e le 40 settimanali. Sono state per lo piu’ lotte internazionali”. “La pandemia e il salto tecnologico – spiega Re David – rende necessario rimettere al centro della discussione l’orario di lavoro in Europa. Ma in Italia la legge Fornero e il Jobs act hanno indebolito i contratti di solidarieta’”. Secondo Re David “non solo le imprese dovrebbero aprirsi a una discussione sull’orario di lavoro: serve l’intervento dello Stato che preveda ammortizzatori attivi che sostengano la riduzione di orario a parita’ di salario e la formazione, da considerare parte integrante del lavoro”. “Le imprese e lo Stato – conclude la sindacalista – dovrebbero investire di piu’ sulla formazione e su ammortizzatori sociali attivi. E’ un tema fondamentale non solo a livello nazionale: ci vogliono lotte comuni a livello europeo e internazionale”.