Lettera dei taxisti a Conte: emergenza Covid 19, le richieste della categoria

Lettera dei taxisti a Conte: emergenza Covid 19, le richieste della categoria

Milano – Con una lettera inviata al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e ai ministri competenti, le organizzazioni sindacali del comparto Taxi, Claai, Unione Artigiani, UGL Taxi, Federtaxi Cisal, TAM, Satam, Unimpresa, ATITAXI, USB Taxi, Orsa Taxi, UTI, Associazione tutela legale Taxi, “a fronte della gravissima emergenza  provocata dalla infezione del “Corona Virus” che negli scorsi mesi ha totalmente arrestato l’economia del TPL non di linea taxi, nella considerazione che la crisi è calata in un comparto con  assoluti obblighi pubblicistici e che tale crisi non tende ad attenuarsi gravando tutt’oggi  pesantemente sugli operatori del settore oramai allo stremo e non più in grado di poter continuare la  propria attività, in considerazione dei provvedimenti che il Governo si appresta a varare nel  prossimo “Decreto Agosto”, richiedono urgentemente i seguenti provvedimenti: la previsione della cassa integrazione in deroga per i soggetti di cui all’art 7 della Legge 21 del 15 gennaio 1992; lo sgravio totale dei contributi INPS dell’anno 2020 previsti per i soggetti artigiani istituiti all’art. 7 della legge 21 del 15 gennaio 1992 e s.m., per i titolari di licenza taxi che esercitano in forma di impresa artigiana di trasporto pubblico non di linea di persone, divenendo oneri figurativi a carico dello Stato, per tutto il 2020; la sospensione dell’inserimento dei contribuenti nell’ambito dei soggetti ad accertamento con codice ATECO 493210/493220/503000, per sforamento dei parametri ISA 2020. Per le cooperative di produzione e lavoro intendendo come tali quelle a proprietà collettiva previste da art. 7 della legge 21/92, che hanno le licenze taxi conferite, si richiede lo sgravio totale dei contributi previdenziali INPS e INAIL previsti per i propri lavoratori dipendenti, i cui oneri sono assunti dallo Stato come contribuzione figurativa, per almeno tre mesi. Le organizzazioni dei taxisti chiedono altresì la sospensione, per tutto l’anno 2020, per i soggetti previsti dall’art. 7 della legge 21 del 15 gennaio 1992 e successive modifiche, siano esse imprese artigiane o cooperative di lavoro e produzione, ogni rata di mutuo o di finanziamento relativo agli acquisti inerenti i veicoli necessari per l’espletamento del TPL non di linea taxi; l’erogazione di un contributo a fondo perduto per le imprese artigiane calcolato in funzione della differenza di fatturato o corrispettivi fra l’anno di imposta 2019 e il 2020 per i mesi di giugno, luglio e agosto. “In mancanza di tali provvedimenti in favore del settore taxi – spiega Pietro Gagliardi, delegato taxi Claai-Unione Artigiani -, settore che a pieno titolo può essere annoverato tra quelli più penalizzati al pari delle aziende operanti nel turismo e nella ristorazione, ci riserviamo di mettere in atto tutte le forme di protesta previste dall’ordinamento”