“Patto per l’Export”: 1,4 miliardi per il made in Italy

“Patto per l’Export”: 1,4 miliardi per il made in Italy

Roma – Oggi è stato presentato dal ministro per gli Affari esteri Luigi Di Maio il “Patto per l’Export”, sottoscritto da numerosi ministri, da Stefano Bonaccini in rappresentanza delle Regione, da Giovanni Gorno Tempini presidente Cassa Depositi e Prestiti, da Rodolfo Errore presidente Sace. Obiettivo “rilanciare il “Made in Italy” nel mondo, nell’attuale congiuntura”, “coinvolgendo non solo i membri della Cabina di regia per l’Italia internazionale, ma tutte le associazioni di categoria, i territori e gli Enti preposti al sostegno pubblico all’internazionalizzazione”. Attraverso l’analisi di 12 tavoli di approfondimento che, settore per settore hanno analizzato le conseguenze dell’emergenza sanitaria: la sensibile riduzione delle quote di mercato rispetto ai nostri principali concorrenti; il propagarsi di pratiche commerciali discriminatorie legate al Covid-19, sotto forma talvolta di richieste di certificazione della salubrità dei prodotti italiani; il crollo della domanda estera nel settore turistico, che richiede interventi straordinari di rilancio dell’offerta turistica nazionale e dell’attrattività dell’Italia come meta turistica; l’insufficiente conoscenza degli incentivi all’internazionalizzazione già esistenti (solo lo 0,5% delle PMI italiane esportatrici, circa 800 su oltre 140.000, si è avvalsa nel 2019 dei finanziamenti agevolati SIMEST); la necessità per le nostre Pmi di un’urgente digitalizzazione delle proprie attività commerciali per superare le attuali difficoltà di accesso alle piattaforme internazionali di e-commerce; la limitata visibilità internazionale del validissimo eco-sistema delle start-up italiane; il blocco delle attività del sistema fieristico, che ha comportato il rinvio o l’annullamento di tutti gli eventi previsti nella primavera 2020; la necessità di affiancare al sistema fieristico tradizionale ulteriori meccanismi di incontro – anche virtuali – tra domanda e offerta. Il “Patto per l’Export” si basa su tre principi: punto di riferimento istituzionale unitario, al servizio del Sistema Paese; coordinamento delle azioni ed esecuzione tempestiva degli interventi; monitoraggio trasparente e adeguamento costante di politiche e programmi. Gli interventi previsti dal Patto partono dal “rilancio economico del Paese e la sua rinnovata affermazione sui mercati internazionali passando attraverso l’adozione di strategie commerciali e modelli innovativi. Sono in programma campagne di comunicazione strategica e integrata a favore del made in Italy e di tutte le nostre filiere, della loro qualità e sicurezza. Fondamentale la promozione integrata, in grado di “coniugare in una logica di sistema le eccellenze del made in Italy nei diversi profili: economico, culturale, scientifico e tecnologico”. Determinante facilitare ed incentivare l’accesso della più ampia platea di Pmi, anche non ancora esportatrici, all’intera gamma di strumenti pubblici a sostegno dell’internazionalizzazione”. “Bisogna investire sulle ormai indispensabili competenze di nuove figure professionali – come i Temporary Export Manager (TEM) e i Digital Export Manager – per sostenere l’accesso delle imprese italiane nei mercati esteri. Dovranno essere sviluppate “le piattaforme digitali che hanno un ruolo trainante nella crescita del commercio globale”. Andrà “rafforzata anche la partecipazione delle Pmi alle Fiere internazionali in calendario in Italia, tramite un ampliamento dell’utilizzo della finanza agevolata per le nostre aziende”. “L’insieme delle risorse al momento disponibili per l’attuazione del progetto ammonta a circa 1,4 miliardi di euro”.