Inail: cresce il numero di lavoratori contagiati da Covid 19

Inail: cresce il numero di lavoratori contagiati da Covid 19

Roma – Secondo il terzo report sui contagi sul lavoro da Covid-19, denunciati all’Inail tra la fine di febbraio e il 15 maggio, l’età media dei lavoratori che hanno contratto il virus è di 47 anni per entrambi i sessi. Il 71,7% dei lavoratori contagiati sono donne e il 28,3% uomini. I casi di infezione con esito mortale denunciati all’Inail sono 171, 42 in più rispetto al monitoraggio precedente, e circa la metà riguarda il personale sanitario e socio-assistenziale, con i tecnici della salute e i medici al primo posto tra le categorie più colpite. Lo comunica l’istituto in una nota. Sono 43.399 i contagi da nuovo coronavirus di origine professionale denunciati all’Inail tra la fine di febbraio e il 15 maggio, circa seimila in più rispetto ai 37.352 della rilevazione del 4 maggio. Tra le regioni più di un’infezione da coronavirus di origine professionale su tre (34,9%) è avvenuta in Lombardia. E’ quanto emerge dal terzo report sui contagi sul lavoro da Covid-19, denunciati all’Inail tra la fine di febbraio e il 15 maggio, elaborato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Inail. Tra le regioni il 43,9% dei decessi dei contagiati sul lavoro è avvenuto in Lombardia. E’ quanto emerge dal terzo report sui contagi sul lavoro da Covid-19, denunciati all’Inail tra la fine di febbraio e il 15 maggio, elaborato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Inail. Tra le regioni più di un’infezione da coronavirus di origine professionale su tre (34,9%) è avvenuta sempre in Lombardia. L’analisi territoriale dei lavoratori che hanno contratto il coronavirus conferma il primato negativo del Nord-Ovest, con oltre la metà delle denunce complessive (55,2%) e il 57,9% dei casi mortali. Le categorie dei tecnici della salute (il 70% sono infermieri) e dei medici che hanno contratto il coronavirus sul lavoro sono quelle più colpite dai decessi, con il 15,5% dei casi codificati per entrambe, seguite da quelle degli operatori socio-sanitari (10,7%), dagli impiegati amministrativi con l’8,3% e degli operatori socio-assistenziali (6,0%). Rispetto alle attività produttive, il settore della Sanità e assistenza sociale, che comprende ospedali, case di cura e case di riposo, registra il 32,3% dei casi mortali.