Arianna Petra Fontana (Confartigianato): Milano, più attenzione alle Pmi

Milano – Milano è una città di 200 mila piccole imprese, 27 mila delle quali artigiane; imprese che occupano operano prevalentemente nei servizi e nell’edilizia, ma con una buona presenza manifatturiera. “Facciamo un appello ai decisori della città – dice Arianna Petra Fontana, presidente Apa Confartigianato Imprese Milano – perché crediamo che alle piccole e medie imprese di Milano un ascolto serio sia dovuto”. “Noi siamo quelli che con le nostre imprese di pulizia stiamo sanificando gli ambienti usati da tutti – ricorda Fontana -, siamo quelli che portano a domicilio il pane, il formaggio, persino i fiori a chi è ancora costretto a stare a casa. Siamo quelli che in pieno lockdown se si rompeva qualcosa, la lavatrice o il frigorifero, arrivavamo per aggiustarlo”. E a questo punto ecco i due fronti su cui Confartigianato richiama l’attenzione. Il primo è la città green: “Ci trova completamente d’accordo, è una direzione giusta. Prima che imprenditori siamo genitori, per cui ci teniamo che l’aria sia pulita anche per i nostri figli. Tuttavia questo non è realizzabile se non si pensa nella cerchia esterna, prima dell’ingresso in città, di predisporre ampi parcheggi, in modo che chi arriva da fuori lasci la macchina, e poi con i mezzi pubblici possa entrare in città, mentre chi per lavoro è costretto a muoversi con i mezzi propri, per esempio il furgone, possa farlo senza essere terrorizzato da multe, divieti, burocrazia incomprensibile”. Il secondo punto riguarda il food: “Si può dire che di solo food si muore – sostiene Fontana -, perché abbiamo assistito negli anni scorsi a un proliferare esagerato di attività legate al cibo, bar, ristoranti, street food, senza un’attenzione alle attività manifatturiere, magari con vetrina su strada, che si trovavano spesso schiacciate tra affitti esorbitanti e il popolo dell’aperitivo che perlopiù è fatto di ragazzi giovani, poco propensi all’acquisto, e quindi si sono trovati in una situazione di difficoltà. Questa è una tendenza che va invertita se si vuole pensare a una reale ripartenza di questa città”.