Bonomi: fase 2 confusa e no a campagna nazionalizzazioni

Roma – Il presidente designato Carlo Bonomi, parlando al Consiglio generale di Confindustria, dichiara: “Un conto e’ chiedere un freno alla corresponsione dei dividendi, altro e del tutto inaccettabile e’ avviare una campagna di nazionalizzazioni dopo aver indotto le imprese ad iperindebitarsi”. “La tentazione  – prosegue – di una nuova stagione di nazionalizzazioni e’ errata nei presupposti e assai rischiosa nelle conseguenze, sottraendo risorse preziose alle aziende per soli fini elettorali”. “Il Governo – aggiunge Bonomi – agevoli quel confronto leale e necessario in ogni impresa per ridefinire dal basso turni, orari di lavoro, numero giorni di lavoro settimanale e di settimane in questo 2020”, “da definire in ogni impresa e settore al di la’ delle norme contrattuali”. “Senza questo sforzo collettivo la ripresa resta sotto ipoteca. E’ impossibile pensare di perdere 8/10%, del pil e che dopo due mesi possa tutto ritornare come disposto dai contratti vigenti”, spiega. “Sono personalmente stupefatto – sottolinea Bonomi – che nel ‘dpcm riaperture’ non ci sia alcun metodo di massa di tracciamento dei contatti finalizzato ad una diagnostica precoce da parte delle sanita’ regionali”. E “l’app immuni non risulta collegata e validata da sanita’ centrali e regionali” e avverte: “Non c’e’ un Paese democratico al mondo che va verso il terzo mese di misure restrittive senza aver adottato un preciso metodo di raccolta dati epidemiologici e di concentrazione degli interventi sanitari territoriali”. “Dobbiamo batterci – conclude – perche’ tra pochi giorni sia assicurata la tenuta del trasporto pubblico locale poiche’ le misure adottate appaiono difficilmente conciliabili con l’intensita’ dei flussi nelle grandi conurbazioni dove recarsi al lavoro non e’ possibile massivamente con mezzi privati”. E “anche la chiusura persistente delle scuole e’ un enorme problema che impatta sulla serenita’ dei nostri collaboratori, sulla conciliazione del lavoro”.