Milano – Sono stati pubblicati e sono ora disponibili sul sito di Unioncamere Lombardia i dati della demografia delle imprese lombarde per il primo trimestre di quest’anno, relativi alla nati-mortalità settoriale nella nostra regione. Si tratta del primo periodo nel quale si sono sentiti gli effetti della pandemia COVID-19. “Cominciamo a sentire i primi effetti delle misure di contenimento dell’epidemia Covid-19, anche se almeno per ora non sono aumentate le chiusure aziendali rispetto agli ultimi dati. – ha dichiarato il Presidente di Unioncamere Lombardia Gian Domenico Auricchio – Purtroppo l’incertezza sulle prospettive future ha di fatto ‘congelato’ le decisioni sulle nuove aperture d’impresa, in attesa di capire quali saranno i tempi e i modi della ripresa. I dati rappresentano un peggioramento della dinamica negativa registrata nel 2019, con la diminuzione del numero di imprese attive che è ora complessivamente dello -0,4%. Gli effetti sono particolarmente evidenti nel terziario, dove le attività di alloggio e ristorazione registrano per la prima volta una flessione (-0,1%), mentre gli altri servizi rallentano il trend di crescita (+1,6%) e il commercio intensifica la tendenza negativa (-2,2%). Complessivamente in Lombardia nel primo trimestre del 2020 si è registrato un saldo negativo di 4.890 unità tra le nuove iscrizioni al Registro delle Imprese e le cancellazioni della propria posizione. Anche se il segno negativo dei primi tre mesi dell’anno riflette la registrazione del picco di chiusure avvenute a fine 2019, l’entità della perdita è rilevante e per trovare un saldo peggiore bisogna risalire al primo trimestre 2013, alla fine della crisi finanziaria internazionale. L’effetto dell’emergenza sanitaria non si traduce per ora in una crescita delle cancellazioni, che anzi su base annua sono più contenute (20.663 movimenti, -11,4%). Si registra invece un forte calo delle nuove iscrizioni al Registro Imprese (15.773 movimenti, pari a una contrazione del -16%). Con queste variazioni, il numero di imprese lombarde registrate scende a quota 949.934, mentre le posizioni attive, al netto di quelle che non hanno ancora iniziato l’attività e di quelle in liquidazione o sottoposte a procedure concorsuali, sono 810.076 con una variazione del -0,4% su base annua, una dinamica negativa iniziata nel 2019. Tra i settori meno colpiti nel primo trimestre troviamo l’agricoltura (-1,9%), l’industria (-1,6%) e le costruzioni (-0,8%). Le variazioni di questi comparti, benché negative, risultano infatti in linea o leggermente migliori rispetto a quelle mostrate alla fine del 2019. L’impatto è stato invece significativo per il terziario: il commercio intensifica la fase di forte contrazione (-2,2%) e per la prima volta dal 2009 le attività di alloggio e ristorazione, già in rallentamento nell’ultimo periodo, hanno segno negativo (-0,1%). Anche gli altri servizi, comparto che negli ultimi anni ha fornito di gran lunga il maggior contributo positivo alla dinamica imprenditoriale, mostrano un risultato meno positivo (+1,6% rispetto al +1,9% di fine 2019) con rallentamenti più evidenti nelle attività professionali, scientifiche e tecniche, nei servizi operativi di supporto alle imprese e nelle attività artistiche, sportive di intrattenimento e divertimento. Tra gli effetti più evidenti della pandemia Covid-19 sull’economia lombarda troviamo la variazione del numero di nuove iscrizioni, che si è ridotto significativamente anche per effetto delle misure di contenimento dell’epidemia. Il calo è drammatico nella provincia di Lodi (-28,4% rispetto allo stesso periodo del 2019), che è anche il primo territorio ad essere stato colpito dal virus e assoggettato a provvedimenti di restrizione. Per tutte le altre provincie si registra una diminuzione compresa tra il -21% di Pavia e il -8,3% di Cremona, con la sola eccezione di Sondrio dove il numero di iscrizioni è leggermente cresciuto (+1,7%). Si interrompono nei primi tre mesi del 2020 i segnali di ripresa nelle iscrizioni al ruolo artigiano che erano emersi nel 2019, probabilmente anche in questo caso per gli effetti dell’emergenza sanitaria. Le iscrizioni come artigiani sono in totale 5.084, in calo del -18,2%, mentre le cessazioni (il cui dato comprende sia le chiusure che la rinuncia alla classificazione come artigiano) diminuiscono del -13,6% attestandosi su 7.015 movimenti in uscita. Il saldo negativo complessivo è di -1.931 posizioni, in lieve peggioramento su base annua. Queste variazioni portano lo stock di imprese artigiane attive a 239.659 unità, con una variazione del -1,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. La perdita complessiva rispetto ai livelli massimi del 2009 è pari a quasi 30 mila posizioni, l’11% dello stock iniziale. A livello settoriale l’impatto più evidente si conferma sui servizi, unico segmento in espansione dell’artigianato lombardo, la cui velocità di crescita (+0,8% su base annua) si dimezza rispetto a quella mostrata nei trimestri precedenti. Prosegue invece il calo nell’industria (-2,5%), nelle costruzioni (-1,6%), nei trasporti (-2%) e nella riparazione di autoveicoli (-1%).