COVID 19, Chimici, Uiltec Uil, Femca Cisl, Filctem Cgil: Lombardia, fermare gli impianti

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COVID 19, Chimici, Uiltec Uil, Femca Cisl, Filctem Cgil: Lombardia, fermare gli impianti

Milano – “La situazione nella nostra regione continua a essere allarmante – chiarisce una nota delle organizzazioni sindacali dei chimici, Uiltec Uil, Femca Cisl, Filctem Cgil, della Lombardia – per i dati che si registrano sulla diffusione del virus COVID 19, sia per quanto riguarda il numero di ricoveri con necessità di terapia intensiva, che relativamente al numero altissimo di decessi. Nei territori in cui la dimensione del contagio da COVID-19 è più contenuta, è possibile affermare che le misure messe in campo con i vari decreti si sono rilevate più sostenibili e gestibili; purtroppo lo stesso non si può dire per quei territori dove insistono condizioni tra le più gravi a livello mondiali e i dati del contagio raggiungono percentuali elevate, preoccupanti e in cui vi è il concreto rischio che il sistema sanitario possa collassare e non reggere. Condividiamo la posizione più volte reiterata da Cgil, Cisl Uil Lombardia, di procedere ad una fermata di tutte le attività non essenziali come unica azione necessaria ed efficace per limitare davvero la mobilità delle persone e la diffusione del contagio. Il protocollo sottoscritto rappresenta uno strumento importante e, di fatto, ci ha permesso l’apertura di numerosi confronti nelle aziende. Ciò nonostante non si è rivelato sufficiente e ha mostrato i suoi limiti proprio in quei territori dove la diffusione del Virus si è moltiplicata di ora in ora e dove vi era la necessità di agire rapidamente. Riteniamo pertanto necessario mettere in campo azioni anche diversificate che tengano conto delle specifiche peculiarità territoriali con particolare riferimento sia al numero di contagi che alle complesse situazioni gestionali, proprio come si è fatto inizialmente con la definizione della prima zona rossa. Le provincie di Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi, più di tutte le altre stanno affrontando una situazione che è ormai giudicata al limite della sostenibilità dalle stesse istituzioni locali. E comunque non possiamo rischiare che si determini la stessa situazione anche in altre provincie. Per questi motivi crediamo fondamentale procedere ad una fermata, anche temporanea, di tutte le attività produttive non essenziali e indispensabili alla sopravvivenza. Siamo consapevoli delle ragioni industriali ed economiche che si contrappongono ad una scelta così radicale, ma la tutela della salute individuale e collettiva assume in queste circostanze priorità assoluta”, conclude la nota.