SLC Cgil Milano e Lombardia: cultura e sport in allarme

SLC Cgil Milano e Lombardia: cultura e sport in allarme

Milano – Con una nota  SLC Cgil Milano e SLC Cgil Lombardia esprimono la loro preoccupazione per il settore che rappresentano. “I provvedimenti ministeriali e le ordinanze regionali che si stanno susseguendo in queste difficili giornate stanno avendo conseguenze molto pesanti sui comparti dello spettacolo dal vivo, dei cinema e degli impianti sportivi e sulle persone che vi lavorano. Stiamo parlando di settori vitali per la nostra regione non solo per le implicazioni economiche, che rischiano di essere insopportabili per la prosecuzione dell’attività di molti soggetti, ma anche e soprattutto per la straordinaria funzione sociale che essi esplicano nella nostra società e sul nostro territorio. Una società senza cultura e senza sport è una società più debole, più triste e più vulnerabile. Per i lavoratori di questi settori, in assenza di provvedimenti legislativi di supporto, le conseguenze sono (già oggi) immediate e fin troppo pesanti. In Lombardia, nel settore dello spettacolo dal vivo stiamo parlando di circa 2.000 addetti tra personale artistico e tecnico, circa lo stesso numero di lavoratori sono impiegati negli esercizi cinematografici e, negli impianti sportivi, stimiamo che siano rimaste coinvolte dalle chiusure ben 20.000 strutture che impiegano sia lavoratori dipendenti, sia collaboratori sportivi. I contatti con i lavoratori sono quotidiani. Arrivano a noi singolarmente o tramite le nostre rappresentanze sindacali in azienda. Chiedono risposte e sostegno in questo momento complicato. Il decreto legge n. 9/2020 finalmente è intervenuto riconoscendo gli ammortizzatori sociali in deroga per questi comparti in Lombardia e, al di fuori della “zona rossa”, prevede la durata massima di un mese e un tetto di spesa che ci auguriamo possa coprire il fabbisogno di tutela dei lavoratori e delle lavoratrici coinvolti. Nonostante l’impegno Cgil Nazionale, Cgil Lombardia e SLC Nazionale rimangono, in ogni caso, completamente scoperti i lavoratori autonomi, precari, atipici – comprese le partite iva – residenti nelle cosiddette “zone gialle”, tutti i collaboratori sportivi (vedi centri sportivi, palestre, piscine,..) e gli artisti (musicisti, ballerini, attori,..) che non hanno un rapporto di lavoro subordinato con le strutture in cui si sarebbero dovuti esibire. Inoltre, gli effetti nefasti di questo periodo rischiano di permanere per molto tempo e di cambiare le abitudini sociali di questa regione; é quindi ancora più necessario che nel passato che Governo e Regione Lombardia sostengano tutta la produzione culturale e lo sport che anche nella nostra regione sono un traino per l’economia e garantiscono migliaia di posti di lavoro. Chiediamo con forza che vengano garantiti fondi sufficienti per assicurare a tutti i lavoratori – dipendenti e autonomi – la dovuta copertura dei periodi di non lavoro”, conclude la nota.