Ambulanti Fiva Confcommercio: chiudere l’emergenza rinnovi delle concessioni nel Milleproroghe

Milano – Un emendamento, e un sub-emendamento, nel Decreto Milleproroghe in approvazione, per mettere fine al grave e prolungato stato d’incertezza (con la vicenda infinita della Direttiva Bolkestein e il vuoto normativo creatosi dopo l’esclusione, in aggiunta alle difficoltà economiche) sui rinnovi delle concessioni nei mercati su area pubblica che mette a rischio l’attività di migliaia di imprese del commercio ambulante. L’emendamento autorizza al rinnovo delle concessioni per gli ambulanti con la verifica dei requisiti professionali; il sub-emendamento consente agli ambulanti in regola con i requisiti, ma esclusi dai bandi finora emessi, di vedersi riassegnare la concessione. E’ la soluzione individuata che, oggi, in Confcommercio Milano, alla presenza e con l’intervento del viceministro all’Economia e Finanze Laura Castelli, è stata illustrata dal presidente di Fiva Confcommercio Giacomo Errico agli ambulanti giunti da ogni parte d’Italia per l’assemblea nazionale delle associazioni e dei quadri dirigenti della Federazione. “Con il viceministro Castelli, dopo il positivo confronto sul canone unico che ci ha consentito di scongiurare l’aumento degli importi di occupazione suolo pubblico dei posteggi nei mercati – evidenzia Errico – abbiamo instaurato, e gliene va dato atto, un dialogo costruttivo per ridare certezze e rinnovata voglia d’investire agli ambulanti, risolvendo una volta per tutte il pasticcio della Bolkestein. Il nostro comparto rappresenta un punto di forza del commercio al dettaglio: fra il 15 e il 20% del totale dei punti vendita nel nostro Paese. E 20 milioni di consumatori frequentano e acquistano nei nostri mercati almeno una volta alla settimana”. Fiva Confcommercio sollecita a Governo e Parlamento una complessiva riforma del commercio ambulante anche per far fronte ad altri gravi problemi come abusivismo e contraffazione. “Siamo costantemente impegnati in campagne di informazione e di denuncia dei fenomeni illegali – spiega Errico – si stima l’esistenza di un mercato sommerso che, a fronte di oltre 183mila imprese ambulanti regolari in Italia, vede più di 80mila abusivi”: un giro d’affari che Fiva Confcommercio valuta intorno ai 2/3 miliardi di euro all’anno. Questa situazione si è aggravata negli ultimi anni con l’introduzione della Direttiva Bolkestein che – denuncia Fiva – ha fermato gli investimenti creando confusione nell’applicazione delle regole tra regione e regione. E’ giunto il momento – sottolinea Fiva Confcommercio – di accelerare per definire un assetto normativo nuovo che individui: profili di competenza specifici di Stato, Regioni e Comuni evitando dannose sovrapposizioni normative; sanzioni mirate ed efficaci contro abusivismo e contraffazione, a tutela del consumatore e delle imprese ambulanti in regola; criteri per valorizzare le aree di mercato attraverso la diversificazione merceologica con l’introduzione di mercati di qualità; divieti di incrocio nella partecipazione a società di capitale; misure per promuovere il ruolo della formazione tecnica e dell’associazionismo fra gli ambulanti e il sostegno a processi di innovazione; politiche che favoriscano il rilancio dei mercati su area pubblica con ammodernamento di aree e impianti, linee di credito agevolato per facilitare la riqualificazione delle imprese e l’acquisto di mezzi ecocompatibili; politiche fiscali mirate che favoriscano gli investimenti aziendali. E’ stata inoltre presentata oggi, all’assemblea nazionale delle associazioni e dei quadri dirigenti Fiva Confcommercio, la richiesta di poter differire i termini per l’invio dei corrispettivi in forma telematica. Il commercio ambulante in Itali è una realtà economica importante. Si parla di 183.169 imprese al 30 giugno 2019 di cui il 17,7% a conduzione femminile e il 52,7% a titolarità extracomunitaria, con 430.000 addetti, fra titolari collaboratori familiari e personale dipendente. Sono circa 23 milioni i consumatori che, almeno una volta la settimana, acquistano nei mercati. Sono 2.472 i mercati nei capoluoghi di provincia e nelle città con più di ventimila abitanti. In Lombardia sono 21.379 le imprese al 30 giugno 2019 di cui il 17,1% a conduzione femminile e il 52,0% a titolarità extracomunitaria.