CADMI: dall’Europa la conferma, no al codice fiscale delle donne maltrattate
Milano – Il 13 gennaio è stato pubblicato il primo rapporto sull’attuazione, da parte dell’Italia, della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, meglio conosciuta come Convenzione di Istanbul. Il gruppo di esperte (GREVIO) che hanno lavorato per verificare lo stato di applicazione della Convenzione di Istanbul in Italia ha espresso una forte riserva sulla modalità di raccolta dati messa in atto da alcune amministrazioni italiane, quando richiedono il codice fiscale. GREVIO raccomanda quindi che i dati siano raccolti in modo disaggregato e che si rispettino le metodologie di intervento con le donne basate sul rispetto della privacy e dell’anonimato. “Questo conferma ciò che CADMI ha sempre detto, richiamando Regione Lombardia al rispetto della metodologia dell’accoglienza, che implica l’ascolto e il sostegno delle donne, nel rispetto assoluto dell’anonimato. Invitiamo Regione Lombardia ad adeguarsi alle raccomandazioni internazionali, eliminando l’obbligatorietà dell’inserimento del codice fiscale nella raccolta dati del sistema O.R.A.“, afferma Manuela Ulivi, avvocato e presidente della Casa di Accoglienza delle Donne Maltrattate.