Unicredit: 8000 esuberi; Sileoni, progetto che non punta alla crescita

Unicredit: 8000 esuberi; Sileoni, progetto che non punta alla crescita

Roma – Non si è fatta attendere la risposta del segretario generale della Fabi, la Federazione Autonoma Bancari Italiani, Lando Maria Sileoni, al piano industriale 2020-2023 di Unicredit: 8000 tagli e 500 filiali chiuse. “Nel nuovo piano non è prevista alcuna assunzione e Unicredit è una banca nella quale le lavoratrici e i lavoratori hanno già fatto molti sacrifici: gli 8.000 esuberi inseriti nel nuovo piano industriale si andrebbero ad aggiungere ai 26.650 posti di lavoro tagliati a partire dal 2007. Stesso discorso per gli sportelli: ne sono stati chiusi 1.381 e Mustier (ad Unicredit) ne vorrebbe chiudere altri 500, recidendo ancora di più il rapporto con la clientela e il legame col territorio. Non c’è da sorprendersi per gli 8.000 esuberi, adesso proveranno addirittura a dire che sono 2.000 in meno rispetto a quei 10.000 che la stessa banca ha fatto filtrare a fine luglio. Ma il giochetto è banale e si smascherano da soli. Il piano industriale così com’è non può nemmeno essere preso in considerazione. Mustier non ha realizzato un progetto che guarda alla crescita, allo sviluppo e al futuro, ma ha creato le condizioni per tagliare i costi così da aumentare gli utili che non riesce a produrre industrialmente, che in quattro anni saranno di 17 miliardi, e distribuire dividendi per 8 miliardi. La banca è destinata a galleggiare col rischio di essere mangiata al primo passaggio di squalo. Sono pronto a confrontarmi pubblicamente, anche in uno studio televisivo, con Mustier e chiedo alla politica di intervenire nell’interesse del Paese”, conclude Sileoni.