Roma – “Crollo devastante delle esportazioni di Grana Padano e Parmigiano Reggiano in Canada che si sono ridotte praticamente di 1/3 (-32%) scendendo a soli 1,4 milioni di chili nel primo semestre del 2019, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente”. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat divulgata a due anni dell’entrata in vigore in via provvisoria dal 21 settembre 2017 dell’accordo di libero scambio tra Unione Europea e Canada (CETA), nonostante sia stato ratificato ad oggi da appena 15 Paesi Europei su 28. “Come prospettato, la diffusione del falso Made in Italy ha ridotto lo spazio ai prodotti originali dall’Italia e lo dimostra – sottolinea la Coldiretti – il fatto che il Canada festeggia l’anniversario con la produzione nel primo semestre del 2019 di ben 6,3 milioni di chili di falso Parmigiano Reggiano (Parmesan), in aumento del 13% rispetto allo stesso periodo del 2018, di 4,5 milioni di ricotta locale, di 1,9 milioni di chili di Provolone taroccato ai quali si aggiungono addirittura 74 milioni di chili di mozzarella e ben 228mila chili di un non ben identificato formaggio Friulano, che certamente non ha nulla a che vedere con la Regione più a Nord est d’Italia”. “In altre parole – prosegue – oggi sono falsi otto pezzi di Parmigiano su dieci senza considerare peraltro i tarocchi che arrivano da altri Paesi sul mercato canadese con l’accordo CETA che ha legittimato per la prima volta nella storia dell’Unione Europea le imitazioni del Made in Italy a partire dal Parmigiano Reggiano, che può essere liberamente prodotto e commercializzato dal Canada con la traduzione di Parmesan. Ma è anche possibile produrre e vendere Gorgonzola, Asiago e Fontina, mantenendo una situazione di ambiguità che rende difficile ai consumatori distinguere il prodotto originale ottenuto nel rispetto di un preciso disciplinare di produzione dall’imitazione di bassa qualità”.