Assorecuperi: rifiuti speciali vera risorsa, sì al riuso non all’estero

Assorecuperi: rifiuti speciali vera risorsa, sì al riuso non all’estero

Milano – “In Italia l’emergenza rifiuti è una normalità. Non in Lombardia, in quanto abbiamo impianti che soddisfano la richiesta di smaltimento di tutti i rifiuti urbani. Ma ci sono anche i rifiuti cosiddetti speciali che oggi in gran quantità vengono portati all’estero. Sono quei rifiuti che potrebbero, invece, essere riutilizzati direttamente o dopo i trattamenti. Questi sono la vera risorsa: noi, invece, siamo obbligati a inviarli all’estero, pagando tariffe che ogni giorno aumentano e sostenendo dei costi di trasporto non indifferenti”: lo rileva Tiziano Brembilla, presidente di Assorecuperi. L’Associazione Confcommercio delle imprese operanti nel settore del recupero dei rifiuti ha promosso in Confcommercio Milano il convegno “Impianti per il trattamento rifiuti: economia circolare, end of waste (processo di recupero eseguito su un rifiuto) mercato e regolazione” al quale è intervenuto l’assessore all’Ambiente e Clima di Regione Lombardia Raffaele Cattaneo che dichiara: “In Lombardia la responsabilità della Regione, delle Province delle imprese e dei territori ha consentito di costruire in questi anni un sistema industriale di gestione dei rifiuti che rende la Lombardia tra le regioni più virtuose. Ed è grazie a questa dotazione impiantistica che possiamo dire che non c’è emergenza rifiuti nella nostra regione. Abbiamo oltre 3000 imprese autorizzate nel trattamento di rifiuti tra cui 13 termovalorizzatori, 68 impianti di compostaggio”. “Un sistema – prosegue Cattaneo – che nel complesso funziona e in cui il 60% dei rifiuti viene avviato a recupero di materia – quindi riciclato – e il 30% viene utilizzato come combustibile alternativo per la produzione di energia e solo la parte residuale va in discarica. È vero, però, che oggi si è creata una situazione problematica in tema di rifiuti speciali. A causa di una norma nazionale, sono sottoposti al libero mercato per cui anche da regioni sprovviste di impianti arriva una forte domanda agli impianti della Lombardia, che causa l’innalzamento dei prezzi. Per questo Regione Lombardia chiede da tempo la modifica della norma nazionale (art. 35 sblocca Italia) che rischia di danneggiare i territori responsabili”.  “Con una buona raccolta differenziata e con il riutilizzo delle materie che compongono i rifiuti – riprende Brembilla – otterremmo due risultati: non andremmo a consumare nuove materie prime che iniziano a scarseggiare, non avremmo il problema di smaltire una quantità enorme di rifiuti”. “I nostri operatori – dichiara il presidente di Assorecuperi – sono pronti e disponibili ad investire in nuove tecnologie che consentano di recuperare dai rifiuti le materie prime seconde. Per fare questo abbiamo, però, bisogno di certezze. Regole chiare senza dar luogo a interpretazioni personali che potrebbero avere come conseguenza guai giudiziari”. “Oggi – afferma Brembilla – si parla di economia circolare, di end of waste, parole magiche. Con queste attività potremmo veramente diminuire la quantità di rifiuti da smaltire. Però non possono essere attuate perché non ci sono i decreti attuativi che indicano con chiarezza le procedure e le modalità con cui agire. Il nostro ministro dell’Ambiente non perde occasione per ripetere che con l’end of waste, risolveremo il problema dei rifiuti. E’ vero. Ma lo stesso Ministero dovrebbe emanare i decreti che permettano di attuare queste soluzioni: molte aziende sarebbero disponibili ad acquistare materie prime seconde derivate da rifiuti. Non lo possono fare se non hanno un’autorizzazione specifica a ricevere i rifiuti”. “In quasi tutti i Paesi dell’Europa – ricorda Brembilla – impianti energivori utilizzano i rifiuti come combustibile anziché bruciare il carbone, risparmiano sull’acquisto del carbone, non inquinano, e bruciando i rifiuti, rendono un servizio alla collettività”. “Cosa chiediamo all’Autorità preposta? Di emanare leggi e norme – trae le conclusioni Brembilla – che permettano il riutilizzo dei rifiuti, delle materie prime seconde derivate dai rifiuti. Gli imprenditori sono disponibili ad investire nel settore, l’industria del recupero e riciclo è un’attività come tutte le altre, porta lavoro, benessere e in più rende un servizio importante alla comunità. Il mondo sta cambiando, il fattore climatico lo evidenzia, le materie prime iniziano a scarseggiare: non possiamo continuare a consumare il nuovo, i rifiuti sono senz’altro una causa di inquinamento, ma sono anche la nuova risorsa su cui dobbiamo puntare. Per questo chiediamo di poter lavorare, con serenità e chiarezza: con norme che tutelino il nostro lavoro. Un lavoro importante che risparmierà la nostra terra”.