Futuro vero o di plastica? Cattaneo (Lombardia): ‘Puntare su innovazione’

Milano – Il Consiglio Ue ha dato il via libera formale alla direttiva che vieta dal 2021 gli oggetti in plastica monouso. Al momento l’Unione Europea produce circa 26 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica all’anno – di cui solo il 30% al momento è riciclabile – e di questi finiscono nel mare tra le 150 mila e le 500 mila tonnellate: sulle spiagge europee l’80-85 % dei rifiuti è plastica e per la maggior parte sono prodotti usa e getta. Per aver un’idea più chiara di cosa significhi è quasi come se ogni anno 66 mila camion della spazzatura gettassero i loro carichi direttamente in mare. Quali scenari ci riserva il futuro all’indomani del voto storico del Parlamento europeo? Ne hanno discusso istituzioni, imprese ed agenzie per la protezione dell’ambiente al tavolo di confronto organizzato da Futuro Direzione Nord. «La sfida della plastica va affrontata trovando soluzioni concrete che vadano oltre il negazionismo e l’ideologia ambientalista- ha dichiarato l’assessore all’Ambiente di Regione Lombardia Raffaele Cattaneo-. In Lombardia siamo all’avanguardia nel recupero delle materie plastiche. Convocheremo prima dell’estate un Tavolo coinvolgendo imprese, centri di ricerca, consorzi e istituzioni per farci promotori insieme in Europa di un progetto che finanzi le tecnologie per il recupero della plastica». La Lombardia è un esempio di sistema efficiente e capace di essere autosufficiente rispetto alla gestione dei rifiuti prodotti, ha già raggiunto gli standard europei e rappresenta un esempio per tutto il Paese. A certificarlo i dati raccolti dall’ Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Lombardia (Arpa) che si occupa della prevenzione e della protezione dell’ambiente. «Dobbiamo fare pace con la storia del nostro Paese per ritrovare un approccio razionale utile ad affrontare il tema della plastica- ha commentato Stefano Cecchin, Presidente Arpa. In Lombardia la plastica derivante dalla raccolta differenziata comunale contava nel 2017 poco meno di 200mila tonnellate su un totale di 4milione e mezzo di tonnellate di rifiuti urbani. I dati della produzione lombarda si attestano, invece, su 5929 tonnellate di plastica prodotta da apparecchiature elettrica ed elettronica (RAEE), 41.509 tonnellate derivante da Veicoli Fuori Uso (VFU), 389.013 tonnellate dall’industria monouso». «Il grosso problema della plastica è fare in modo che vi sia un’educazione ambientale e una presa di coscienza che facciano parte della cultura di ciascuno. Bisogna cambiare i comportamenti e intervenire a livello politico». – ha detto Giancarlo Longhi, Presidente onorario Coripet.  È impensabile pensare ad una produzione interamente biodegradabile della plastica?  «La plastica, come qualsiasi materiale, non viene prodotta per essere riversata in mare- ha risposto Maurizio Sberna, Head of Communications and Government Relations di Basf-. Il tema si lega dunque a doppio filo con quello della consapevolezza perché deve essere pensata nell’intero ciclo di utilizzo, e bisogna pensare che la stessa possa avere una seconda, una terza o una quarta vita. È vero anche che in un sistema di economia circolare non si può considerare un riciclo all’infinito, ma da punto d vista delle industrie chimiche è necessario concentrarsi sull’innovazione e sull’ecosostenibilità. Il fine vita è considerato il riciclo? In realtà la plastica che non può essere riciclata può diventare un novo materiale, il riciclo chimico può essere la direzione alternativa a quello meccanico, in questo caso si potrebbe ottenere ad esempio dell’olio. La direzione giusta è l’innovazione».