Autonomia differenziata: CNA, confronto tra Lombardia, Emilia Romagna e Veneto

Milano – “Autonomia e regionalismo differenziato: i dati dell’Osservatorio delle CNA Lombardia, Emilia Romagna e Veneto sono stati presentati durante un evento che ha messo a confronto le tre Regioni italiane e le Regioni d’eccellenza d’Europa, come i Länder tedeschi e le Comunità autonome spagnole. I dati finali dell’Osservatorio CNA Economia e Territorio dimostrano che le tre Regioni d’eccellenza italiane, tutte Regioni a statuto ordinario, sono tra le prime in Europa per valore delle esportazioni, ma tra le ultime per investimenti destinati allo sviluppo economico. A farne le spese, tra le voci più importanti, ci sono gli investimenti destinati alle aziende e quelli destinati alla ricerca scientifica. Dalla ricerca emerge una competizione sempre più serrata tra le Regioni europee. Il budget del Baden – Württemberg, il ‘minore’ dei Länder da noi presi in considerazione, è pari al doppio del bilancio della Lombardia (la ‘maggiore’ delle tre Regioni italiane esaminate). Sia in termini percentuali sia in termini di valori assoluti, il livello di disponibilità nel budget regionale per le spese di investimento vede un netto vantaggio per i Länder e per le Comunità autonome rispetto alle 3 Regioni italiane. Mentre la Lombardia ha il 5% del budget finalizzato agli investimenti (1, 18 miliardi di euro), la Baviera può mettere in campo per investimenti e sviluppo il 10,6% (più di 6 miliardi di euro) del proprio bilancio. In sintesi, la Lombardia può spendere per gli investimenti 119 euro per abitante, i Paesi Baschi 529 euro, la Baviera 466 euro. L’autonomia non è un fine a sé ma uno strumento per disporre di maggiori risorse per lo sviluppo e per la crescita, nel quadro di una salda unità nazionale. Solo così è possibile restare agganciati alle dinamiche della competizione globale e supportare l’intera Penisola nel suo percorso di rilancio. Lombardia, Emilia Romagna e Veneto sono le Regioni italiane più competitive d’Europa a livello economico, produttivo e commerciale. La Lombardia è al 4° posto in Europa per valore delle esportazioni (circa 121 miliardi di euro nel 2017), dietro solo ai grandi Länder tedeschi del BadenWürttemberg, della Baviera e del NordReno-Vestfalia; l’Emilia Romagna occupa la 6° posizione in Europa per export per abitante (circa 13.500 euro), la prima tra le Regioni “non tedesche”; il Veneto figura invece all’8° posto tra le principali Regioni UE per quota delle esportazioni sul PIL (oltre il 38%), livello leggermente inferiore solo a quello del Baden-Württemberg. Le Regioni ordinarie hanno contribuito in maniera rilevante al risanamento dei conti pubblici nazionali mediante tagli ai trasferimenti e un inasprimento dei vincoli di bilancio: a fronte di una decurtazione dei trasferimenti statali di quasi 7 miliardi di euro, alle tre Regioni d’eccellenza è stato chiesto un contributo di 2,3 miliardi di euro, vale a dire 1/3 dei tagli totali. Rispetto al 2010, l’Emilia Romagna ha perso il 54% dei trasferimenti statali non destinati alla sanità, mentre Lombardia e Veneto il 48%. A pagarne il prezzo più alto sono stati soprattutto gli investimenti e le spese per lo sviluppo economico, e in particolare la ricerca scientifica: nei bilanci consuntivi per l’anno 2017 di Emilia Romagna, Lombardia e Veneto mancano quasi 1,7 miliardi di spese per investimento rispetto al 2008. Nel 2016 il calo degli investimenti si è attestato per il complesso delle tre Regioni al -43% (-39% in Lombardia, -44% in Veneto e -50% in Emilia Romagna). Si registra inoltre l’inesorabile caduta della quota della spesa in conto capitale sulle uscite effettive: tra il 2008 e il 2017 la quota di risorse regionali destinate agli investimenti è passata dal 7,3% al 3,6% in Emilia Romagna, dal 7,6% al 4,9% in Lombardia e dal 10,5% al 5,7% in Veneto.