Rider: accordo pilota a Firenze

Firenze – Un contratto a tempo indeterminato con diritti e tutele. Arriva il primo accordo in Italia che disciplina il lavoro subordinato per i rider, firmato da Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti di Firenze lo scorso 8 maggio con Laconsegna, azienda attiva nel capoluogo toscano da un paio di mesi che si occupa di food delivery (consegna cibo a domicilio) per conto di ristoranti, pizzerie, paninerie. La novità principale, non da poco, è l’applicazione del ccnl merci, logistica e spedizioni. I rider in organico – che si muovono in bici o scooter sulla base di direttive ricevute sullo smartphone – attualmente sono una ventina, presi dal bacino dei ciclofattorini che lavoravano in città per altri grandi piattaforme. Ma secondo i piani di azienda e sindacati, nelle prossime settimane si dovrebbe arrivare a ben duecento assunzioni a tempo indeterminato. Nel frattempo è già stata costituita la Rsa aziendale. Con questo accordo, dunque, si afferma che i rider sono lavoratori subordinati e hanno diritto all’applicazione del contratto nazionale, al pagamento delle ore effettivamente lavorate e non in base alle consegne, alla retribuzione mensile e al riconoscimento di tutti i diritti e tutele che il ccnl attribuisce a tutti i lavoratori del settore (busta paga, ferie, malattia). E soprattutto, si stabilisce che il rischio d’impresa, legato alla vendita dei prodotti e alle conseguenti consegne, non sia a carico dei lavoratori, bensì dell’impresa stessa. “Dopo mesi di trattative – affermano i sindacati – siamo riusciti a far emergere tanti ciclofattorini dal lavoro nero, sottopagato o con forme contrattuali sbagliate e improprie. Ora bisogna andare avanti per estendere questo accordo a tutte le aziende del settore”. “La contrattazione di secondo livello è una strada giusta da intraprendere per affermare i diritti e le tutele dei rider”. Lo afferma il segretario nazionale della Filt Cgil Michele De Rose commentando l’accordo. “La cornice nazionale c’è – sostiene il dirigente sindacale – ed è rappresentata dal contratto nazionale logistica, trasporto merci e spedizioni che riconosce i diritti e le tutele, riconducibili al rapporto di lavoro subordinato, dalla retribuzione alla malattia; mentre a livello territoriale si può intervenire, come a Firenze, di concerto con le piattaforme, con accordi legati alle esigenze locali per cogliere le specificità dei vari contesti urbani dove circolano tutti i giorni i lavoratori a bordo di biciclette e motorini”. “Ora ci auguriamo – afferma infine De Rose – che l’accordo raggiunto a Firenze faccia da apripista ad altri accordi territoriali per far emergere forme di lavoro irregolare e affermare, superando sfruttamento e lavoro a cottimo e senza ricorrere ad interventi legislativi, la qualità del lavoro con la sicurezza e i diritti, proteggendo e valorizzando il lavoro dei rider nell’era della gig economy”.