Confimi Industria – Dl Crescita: buona la strada ma serve più attenzione a competitività imprese

18 Nov 2007, Chittagong, Bangladesh, Bengal --- Thousands of garment workers are employed to work sewing machines in the large scale Sepal Group factory to make clothing for the American designer, Tommy Hillfiger's clothing company. Manufacturing by other U.S. companies, such as Wal-Mart, is out-sourced for production to clothing factories in Bangladesh. The garment industry accounts for eighty percent of Bangladesh's foreign exports. American industry depends on out-sourcing to manufacture their products at a low cost. --- Image by © Andrew Holbrooke/Corbis

Confimi Industria – Dl Crescita: buona la strada ma serve più attenzione a competitività imprese

Milano – Confimi Industria, che ha una robusta rappresentanza d’imprese anche in Lombardia, è stata ascoltata dalle Commissioni riunite Bilancio e Finanze della Camera dei Deputati in merito al DL Crescita.  A presentare le posizioni della Confederazione dell’industria manifatturiera e dell’impresa privata il consigliere Angelo Artale. Tra le considerazioni espresse, l’apprezzamento per la ricerca di misure sui termini di pagamento tra le imprese che però, a dire della Confederazione, non risultano  essere incisive e sulle quali Confimi ha esposto la sua proposta: attraverso l’istituto delle note di variazione in fatturazione elettronica si potrebbe consentire un recupero immediato dell’iva al fornitore che riceve un insoluto obbligando il suo cliente a riversare all’Erario l’Iva già detratta in mancanza del pagamento della fattura. Trattandosi di una proposta limitata al mercato B2B non sarebbe necessarie coperture economiche. Rimanendo in tema di fatturazione elettronica Confimi Industria ha suggerito l’introduzione di una norma che, in relazione alle operazioni intracomunitarie, sostituisca l’intrastat con la FE e l’estero metro. In merito all’esteremetro accogliamo con apprensione grave; a fine maggio è in scadenza l’adempimento di aprile – l’annuncio del capogruppo M5S sull’intenzione di rivedere la periodicità oggi mensile. Considerazioni positive e apprezzamenti invece per il ripristino ad aprile del super ammortamento, per la rimodulazione della revisione della mini-ires che grave; come Confimi aveva già anticipato nell’audizione alla legge di bilancio 2019 ` si presentava troppo complessa dal punto di vista gestionale, e infine, per la semplificazione della Sabatini che al momento è solo vittima della scarsità delle risorse allocate. Apprezzamento anche per l’aumento della deducibilità dell’IMU relativa agli immobili strumentali che ci auguriamo di vedere quanto prima ripristinata in misura integrale trattandosi, per chi nell’immobile ci lavora, del costo di un fattore produttivo. Tra le perplessità avanzate da Confimi Industria la ritenuta dell’8% sulle detrazioni fiscali che ormai, ricorda, serve solo per far cassa alle spalle delle imprese. Con l’introduzione della fatturazione elettronica infatti viene meno il controllo dell’attuale ritenuta dell\8% applicata dalle banche sui bonifici che riconoscono le detrazioni fiscali per l’efficienza energetica, creando così situazioni di credito permanente nei confronti dell’erario. Situazione che tra l’altro contribuisce a creare ancora più disparità tra gli operatori economici nostrani e stranieri: solo le imprese italiane infatti sono tenute al versamento della ritenuta. E’ seguita la richiesta di maggiorazione dell’ammortamento non solo dei beni strumentali ma anche degli investimenti pubblicitari in termini di pubblicità esterna che intervenendo nella promozione dei prodotti e/o servizi sul territorio da una parte favoriscono l’incremento dei consumi, dall’altro stimolano la domanda interna vedendo coinvolti maggiormente le imprese che promuovono questi beni e servizi. Infine un accenno è stato fatto alla ulteriore criticità per le PMI introdotta dall’abbassamento dei parametri in base ai quali scatta l’obbligo di nomina dei revisori nelle PMI: l’obbligo scatta se per 2 esercizi consecutivi si è superato almeno 1 dei 3 limiti: un attivo stato patrimoniale di € 2.000.000, ricavi di vendite/prestazioni di € 2.000.000 e un numero di dipendenti occupati in media nell’esercizio pari a 10 unità.