Milano Food che passione

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Milano Food che passione (1)

Milano – Il made in Italy del food visto attraverso i migliori chef italiani stellati internazionali, è l’iniziativa “The world’s 100 best Italian restaurants a Milano”. Si vedranno all’opera in un contest sui piatti tipici, tra cui il risotto e impegnati in incontri d’affari con le imprese del territorio b2b. Il progetto fa parte degli eventi di Milano Food City, si svolge  a Palazzo Giureconsulti il 7 e 8 maggio. Promosso dalla Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi e da Fiera Milano è realizzato in collaborazione con le associazioni di categoria, per quanto riguarda i settori dei ristoratori e dei produttori nell’alimentare. Ecco la mappa dei cento cuochi che partecipano all’iniziativa e che hanno votato con alzata di mano la mozione con un impegno a favore della promozione di Milano e dell’Italia attraverso la ristorazione. Ha dichiarato Cristina Tajani, assessore alle politiche del lavoro, attività produttive, commercio e risorse umane del Comune di Milano: “Sulla scorta di Expo nasce Milano Food City, che ha un aspetto commerciale con TUTTOFOOD, ma anche un’anima scientifica, sui temi come la sana alimentazione e solidale, con le associazioni che assistono i bisognosi. Si tratta di una iniziativa in crescita sui cui intendiamo scommettere anche insieme alla Camera di commercio”. Ha dichiarato Guido Bardelli, membro di giunta della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi: “Il settore del food offre importanti opportunità di business nella ristorazione e negli alberghi, con un indotto in molti settori collegati. Puntiamo a far conoscere queste opportunità nei giorni di Milano Food City, il fuorisalone dedicato al cibo. Una scelta che può aiutare anche i giovani, in un territorio come il nostro capace di costruire professionalità specializzate, riconosciute a livello internazionale per le buone qualità”. Voto 7/8 alla cucina italiana nel mondo per l’89% degli chef e il 70% circa è molto ottimista sull’export italiano nel settore food. Contano moltissimo per il 73% i ristoranti italiani all’estero per far conoscere il made in Italy del food e l’uso di ingredienti e prodotti Made in Italy è centrale per l’85% dei ristoratori. Il mercato trainante è in Asia Orientale per il 27%, in Europa per il 27%, in Nord America per il 17%, in Asia Centrale per il 15%. Ci sono danni al business per le imitazioni internazionali ai prodotti tipici italiani per il 44% moltissimo o molto, per il 27% abbastanza. L’impegno dei cuochi per promuovere Milano e la cucina italiana nel mondo, votata la mozione. I cuochi internazionali hanno preso parte a Palazzo Giureconsulti questa mattina all’assemblea di Italian Cuisine & Wines in the World Forum e hanno votato una mozione in cui apprezzano lo sforzo delle istituzioni, tra cui Comune di Milano e Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi, per aver facilitato la celebrazione del Forum e il lancio di Melius, il network dei Best e Leading ristoranti italiani nel mondo, riconoscendo alla ristorazione italiana di qualità nel mondo il ruolo di  veicolo preferenziale per la promozione di Milano, delle sue imprese, e del sistema agro-alimentare italiano. Per i b2b con le imprese della filiera agroalimentare locale, gli interlocutori business sono nei settori hotels, ristoranti e catering, buyer della distribuzione organizzata internazionale.

Milano Food che passione (2)

Milano – L’iniziativa è all’interno di Milano Food City, il fuorisalone della manifestazione fieristica TUTTOFOOD, la manifestazione di Fiera Milano per valorizzare e promuovere il variegato panorama enogastronomico italiano presso il sito espositivo di Rho. Milano, agroalimentare e ristorazione valgono 49 miliardi, il 15% nazionale. Il settore agroalimentare a Milano secondo un’elaborazione della Camera di commercio al 2018, ha un  fatturato che vale 49 miliardi su 77 miliardi in regione e 330 miliardi in Italia. A Milano tra agricoltura, industria alimentare e commercio alimentare sono 12 mila le imprese con 150 mila addetti, in regione 70 mila con circa 300 mila addetti e in Italia circa un milione con oltre due milioni di lavoratori. Crescono del +1% a Milano in un anno, del 5% dal 2015 e del 9,6% in cinque anni. I giovani pesano circa un decimo del settore. In Lombardia, prima è Brescia con 13 mila imprese, dopo Milano con 12 mila c’è Mantova con 9 mila, Bergamo e Pavia con circa 8 mila. In Italia per numero di imprese prima è Napoli con 30 mila, seguita da Foggia e Roma con 28 mila, Salerno con 25 mila, Cuneo con 22 mila. Crescono Trento con 23 mila imprese e +0,7% in un anno, Potenza con 13 mila imprese e +4% in due anni, Milano con 12 mila attività, + 10% in cinque anni. Per quanto riguarda la ristorazione, in Lombardia ci sono 51 mila imprese su 337 mila in Italia, +5% in cinque anni. Trainano Milano e Monza con 18 mila imprese, +13% e 4 mila imprese, +10%. A Brescia sono oltre 7 mila le imprese del settore, a Bergamo oltre 5 mila, a  Varese circa 4 mila, a  Como e Pavia circa 3 mila. Sono 259 mila gli addetti lombardi nel settore ristorazione su 1,4 milioni in Italia. Milano concentra 122 mila addetti, Roma 101 mila. A Napoli ci sono 17 mila imprese e circa 50 mila addetti. Tra le prime lombarde anche Brescia con 31 mila, Bergamo con 24 mila, Varese con 18 mila e Monza con 13 mila. Cuochi, camerieri e altri servizi turistici ma anche operai specializzati e conduttori di macchinari nell’industria alimentare: sono oltre 3 mila le entrate previste dalle imprese a Milano ad aprile 2019, una su dieci sul totale di tutti i settori e in un caso su due si tratta di giovani. Superano le 4 mila entrate se si considerano anche Monza Brianza (530, 11,3% del totale) e Lodi (180, 16,5%). Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio sui dati relativi ad aprile 2019 del sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere in collaborazione con ANPAL. Professioni del food in Lombardia: sono quasi 100 mila le entrate di cui circa 87 mila i dipendenti assunti all’anno dalle imprese. Si tratta di giovani in un caso su due. Le figure più richieste sono i camerieri (oltre 43 mila) e i cuochi (quasi 19 mila). Seguono gli addetti alla preparazione, alla cottura e alla distribuzione dei cibi (12 mila) e i baristi (11 mila). Ma ci sono anche gli addetti alla macelleria e pescheria (quasi 3 mila), i pasticceri e gelatai (2 mila), i conduttori di macchinari industriali per la lavorazione dei cereali, dei prodotti da forno e i panettieri e pastai (oltre mille). Tra i dipendenti i giovani sono richiesti soprattutto come conduttori di macchinari per la produzione di caffè, tè, cioccolato e per i cereali (oltre il 90%), ma anche come camerieri (54%), pasticceri e gelatai (52%). Di più difficile reperimento i pasticceri e pastai artigianali (63%) e gli artigiani del settore caseario (30%) dove sono preferiti gli uomini (nell’83% dei casi) mentre le donne prevalgono nell’industria per la lavorazione dei cereali, delle spezie e della pasta (90,7%). Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio sui dati relativi alle professioni del sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere in collaborazione con ANPAL.