Bilancio positivo per Cibus Connect

Parma – Ha giovato a Cibus Connect la vicinanza con Vinitaly e con il Salone del Mobile di Milano portando a Parma 22mila operatori commerciali che hanno visitato gli stand di 700 e oltre aziende alimentari espositrici che hanno proposto mille marchi e 500 nuovi prodotti. La seconda edizione di Cibus Connect, organizzata da Fiere di Parma e Federalimentare in collaborazione con ICE Agenzia, si è chiusa oggi tra la diffusa soddisfazione delle aziende espositrici che hanno confermato la propria adesione sia a Cibus 2020 sia a Cibus 2021. Particolarmente affollate le due grandi aree dell’International Buyers Lounge in cui le aziende italiane hanno sviluppato business con circa tremila buyer esteri, alcuni dei quali provenienti da Vinitaly, che hanno ritenuto funzionale il tasting dei nuovi prodotti nelle due grandi food court animate da cento cooking stations. Cibus Connect viene allestita negli anni dispari come formula smart della fiera Cibus, ha debuttato nel 2017 ed è giunta quest’anno alla sua seconda edizione, raddoppiando le sue numeriche. “Il gradimento da parte degli operatori verso data e formula del Cibus degli anni dispari è stato elevatissimo ma non ci ha sorpreso. Una standardizzazione dei moduli espositivi, una durata ridotta e una rigorosa selezione dei visitatori – ha commentato Antonio Cellie, ceo di Fiere di Parma – non poteva che venire incontro alle esigenze dei nostri espositori. Così come una calendarizzazione armonizzata rispetto a Vinitaly e al Salone del mobile che ha consentitoagli operatori esteri di visitare in pochi giorni le più grandi fiere italiane del vino, del food e del forniture”. Il tema dei rapporti tra aziende alimentari e grande distribuzione è stato al centro dei due incontri tenutosi oggi a Cibus Connect. Eugenio Puddu, partner di Deloitte Italia, ha presentato un’indagine su tremila adulti di età compresa tra 18 e 70 anni da cui risulta che il 70% dei consumatori legge le recensioni online prima di fare acquisti e il 58% dei consumatori a basso reddito sceglie di acquistare nel negozio fisico, mentre i consumatori a reddito medio-alto sono disponibili a pagare un sovrapprezzo per gli acquisti on line e la consegna a domicilio. Le aziende devono inoltre adeguarsi alla nascita di nuove categorie di consumatori: in particolarei cosiddetti “responsible go getters”, che hanno capacità di acquisto elevata, fedeli al marchio se ne percepiscono il valore; e i “discerningachievers” che spendono di più sui prodotti di consumo con elevate aspettative in termini di qualità e capacità di acquistare prodotti innovativi.