Centri massaggi, in Lombardia 351 controlli e 178 sanzioni in 4 mesi

Milano – “In quattro mesi gli agenti di Polizia Locale di vari Comandi del territorio lombardo hanno eseguito 351 controlli nei centri massaggi, comminando 178 sanzioni per
violazioni di legge e del regolamento regionale”. Lo ha dichiarato l’assessore regionale alla Sicurezza, Immigrazione e Polizia locale, rendendo noti i dati inviati nei giorni scorsi
dalle Polizie locali ed elaborati dall’Assessorato, in riferimento alle operazioni effettuate dal primo settembre 2018al 31 dicembre 2018. “Dai dati in nostro possesso – ha spiegato – le più alte concentrazioni degli esercizi per lo svolgimento dell’attività di ‘massaggio ad esclusivo benessere’ sono state rilevate nella città Metropolitana di Milano e nelle due
provincie più popolose della Lombardia, Bergamo e Brescia”. “Gli operatori – ha aggiunto l’assessore – hanno riscontrato 132 irregolarità amministrative relative a erronee
dichiarazioni per il mancato rispetto delle norme igienico-sanitarie, edilizie e di tutela della salute sul luogo di lavoro, con conseguente attività sanzionatoria. Inoltre, sono stati effettuati 46 rilevi per mancanza di attestati, da parte dei soggetti titolari o di loro delegati, dei certificati di conoscenza della lingua italiana o di un titolo di studio conseguito presso una scuola italiana legalmente riconosciuta”. “Grazie alla nuova legge regionale sui
centri massaggi e al regolamento sui requisiti igienico-sanitari, di sicurezza e di decoro urbano, che ho proposto nella scorsa legislatura – ha aggiunto -, gli agenti oggi dispongono di vari strumenti legislativi. È fondamentale controllare queste attività che, molte volte, celano al loro interno vere e proprie case di appuntamento. Voglio ringraziare gli uomini in divisa per il gran lavoro, confermando grande attenzione da parte di questo Assessorato”.
“Per contrastare ulteriormente il problema – ha concluso l’assessore – presto verranno
istituiti nuclei di Polizia locale per la sicurezza urbana, con unità specializzate proprio nel controllo di attività etniche”.