Salario minimo: la posizione della Cgil

Roma – La Cgil ha precisato i termini del confronto con il governo a proposito di salario minimo. Anche perché sono numerose le prese di posizioni, di sindacalisti, politici, esperti, sul tema del salario minimo legale, tema che giustamente suscita un forte dibattito per le innegabili e forti ricadute che lo stesso ha o può avere sul sistema di contrattazione. Il dibattito ed il confronto sono certamente utili e opportuni, ma è altrettanto utile e opportuno chela organizzazione tutta abbia chiaro il posizionamento sulla materia assunto dalla Segreteria Confederale nei tavoli di confronto che finora ci sono stati, posizionamento discusso e condiviso anche nella riunione dei segretari generali della scorsa settimana. “Noi – spiega la Cgil – continuiamo a pensare che servano altri interventi, rispetto a quelli proposti, per affrontare i temi del lavoro povero e del dumping contrattuale, tuttavia abbiamo sostenuto che, di fronte ad una accelerazione, probabile, su questo tema di un intervento legislativo, noi daremo il nostro contributo seguendo, in sintesi, questi principi: 1) Stabilire valore legale dei trattamenti economici dei CCNL (no minimo orario per tutti, assumere minimi e complessivi) in attuazione dell’Art 36 della Costituzione; 2) Esigibilità minimi in tal senso identificati, in alternativa a minimo legale, sanciti definendo erga omnes (che per noi deve riguardare anche la parte normativa); 3) Questa per noi è la strada per affermare il necessario contrasto a contratti pirata e dumping; 4) Tema recepimento, anche attraverso una legislazione di sostegno in questo senso, dei contenuti e della misurazione della rappresentanza sindacale, predisposti in attuazione del TU”.