Sangalli (Confcommercio): la partita per l’Europa è quella del futuro

Cernobbio (Co) – Concludendo il Forum Confcommercio, il presidente Carlo Sangalli, ha detto: “È stato un appuntamento intenso, pieno di spunti di riflessione, rivolto al futuro dell’Europa, a partire da quella che si definirà nelle prossime elezioni. È un’Europa che deve declinare grandi temi economici, politici e sociali e nella quale il ruolo del nostro Paese, deve essere giocato da protagonista”. “Un ruolo da protagonista – ha osservato Sangalli –  in una partita che, intendiamoci, alla fine non è mai un derby dove ci si schiera pro o contro (tra l’altro derby è una parola che a quelli con la nostra fede calcistica questa settimana non piace moltissimo). La partita dell’Europa è una partita di futuro, dove lo spirito critico e la difesa sono sempre strumento della capacità di costruire gioco”. “Da parte nostra, abbiamo ritenuto necessario in questo Forum di avanzare in particolare tre proposte che ti richiamo velocemente. La prima riguarda l’esclusione degli investimenti pubblici cofinanziati dai fondi europei dal computo del deficit rilevante ai fini dei “patti” di finanza pubblica europea. La seconda proposta riguarda il mercato unico, ed è il completamento dell’Unione bancaria, che agevolerebbe la circolazione dei capitali ed attenuerebbe squilibri di credito e di investimenti. La terza proposta è infine la messa a terra del principio stesso mercato, stesse regole, con la proposizione di un’efficace web tax europea”. “Quanto al nostro Paese – ha precisato Sangalli – la nostra richiesta di fondo ti è ben nota: a partire dall’ormai prossimo Def si delinei un percorso rigoroso e credibile che consenta di scongiurare l’aumento dell’Iva. Oltre 50 miliardi di euro di maggiore prelievo Iva renderebbero infatti il biennio 2020/2021 pesantissimo per famiglie e imprese”. “Mi piace ricordare che nella ricerca del nostro Ufficio Studi che abbiamo presentato ieri in conferenza stampa sui 20 anni dell’euro si vede chiaramente che i “giovani” sono sotto il nostro stesso cielo, ma hanno un orizzonte particolare. Sono da un lato i primi che scontano la debolezza del tasso di occupazione nel nostro Paese, ma sono anche quelli che, dall’altro lato, considerano l’Europa come la dimensione “naturale” della loro cittadinanza. Se quindi l’euro compie 20 anni, i ragazzi “dell’euro”, i ragazzi nati a cavallo del nuovo millennio, valgono più delle divisioni, delle debolezze, di quello che dell’Europa non funziona. Questi ragazzi sono il valore aggiunto dell’Europa ed è una nostra responsabilità rendere sempre più grande il loro orizzonte, sempre più forte il loro futuro”.