Migranti: Cgil, invece di garantire sicurezza si alimenta conflitto sociale

Migrants from a sinking inflatable boat try to get on a Libyan coast guard boat, left, during a rescue operation at sea, on Monday, Nov. 6, 2017. Five migrants have died as a German nonprofit organization, Sea-Watch, and the Libyan coast guard tried to rescue them from their foundering boat in the Mediterranean, with each side blaming the other for botching the operation. (Lisa Hoffmann/Sea-Watch via AP) [CopyrightNotice: Sea-Watch e.V. / Lisa Hoffmann, Disclaimer: Kontakt f??r R??ckfragen: presse@sea-watch.org. Zur freien Verf??gung in der B]

Roma – “Non c’è umanità, e non è rimasto neanche il pudore: chi dovrebbe garantire sicurezza e pace sociale non fa altro che alimentare il conflitto civile, e mentre invoca l’arresto di chi salva vite umane, continua a trincerarsi dietro l’immunità senza affrontare le sue responsabilità”. Così il segretario confederale della Cgil Giuseppe Massafra all’indomani dello sbarco della nave Mare Ionio e nel giorno del voto del Senato sull’autorizzazione a procedere per il Ministro dell’Interno Matteo Salvini sul caso della nave Diciotti. “È inammissibile – prosegue Massafra – l’accanimento che Salvini continua a perpetuare nei confronti dei più deboli, e nei confronti di chi, con estrema umanità, salva vite umane dal mare e dalle crudeltà libiche”. “‘Chiudere i porti’ è un annuncio reiterato che – aggiunge – non può avere alcun valore legale e prescrittivo, tradisce i principi della Costituzione e i patti internazionali delle Nazioni Unite che considerano l’accoglienza un principio universale da garantire a tutti coloro che rischiano la vita”. “La Cgil continuerà ad essere protagonista di ogni lotta per costruire società giuste, democratiche, inclusive e solidali, e continuerà ad essere al fianco di chi, come il sindaco di Lampedusa, garantisce l’apertura dei nostri porti. Infine – ricorda in conclusione Massafra – sosterremo ogni iniziativa di Mediterranea Saving Humans”.